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L’infermiere monegasco sempre al volante della sua Formula 1 a pedali

Igor Paliouk
@Romain Boisaubert / Monaco Tribune

Grande appassionato di velomobili, Igor Paliouk, 63 anni, è una nota stonata tra le strade del Principato. Infermiere libero professionista dal grande cuore, l’ex direttore d’orchestra di origini ucraine è una voce fuori dal coro. Molti lo adorano. Alcuni lo detestano. Ma in fondo, nessuno lo conosce veramente. Con il casco tra le mani, Igor ci ha raccontato un po’ di sé. 

Chi non l’ha mai incrociato almeno una volta tra le strade di Monaco, al volante della sua “Formula 1 a pedali”? Ex dentista riconvertito in infermiere libero professionista, Igor Paliouk va continuamente avanti e indietro nel Principato per raggiungere i suoi pazienti, sempre al volante di uno dei suoi tre velomobili. “Difficile farne a meno”, sorride Igor, appassionato di questa attività da una quindicina d’anni. “Ho iniziato con le bici reclinate, ma presto sono passato alle semi-carenate e poi ai velomobili completamente carenati”.

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Nato a Leopoli, nell’Ucraina occidentale, Igor arriva in Francia, precisamente a Marsiglia, trent’anni fa. Trombettista professionista, noto direttore d’orchestra, affianca le tournée a un gruppo di ballo. Si innamora subito del paese e, nonostante torni regolarmente in Ucraina per vedere sua sorella, l’ex musicista un giorno si reca nel Principato, per non lasciarlo più.

Mi piaceva molto ascoltare l’orchestra sinfonica di Monte Carlo.

“Mi piaceva molto ascoltare l’orchestra sinfonica di Monte Carlo”, ricorda. “Apprezzavo la bravura dei musicisti e la programmazione. Poi, un giorno, ho incontrato mia moglie”. Sposato da quindici anni, Igor Paliouk ha preso la nazionalità monegasca. Stabilitosi a Fontvieille con Isabelle Avias, il trombettista non lascia passare neanche un giorno senza salire a bordo di uno dei suoi velomobili.

© Monaco Tribune

Fondatore del Club Velomobili di Monaco

“È il mio unico mezzo di locomozione”, confessa, prima di ritrattare. “Ah no. Ho anche una Twizy. Quando piove troppo forte, preferisco non danneggiare la meccanica”. E visto il costo, è una scelta ragionevole. 14.000 per la più grande e 10.000 euro per le due più piccole, Igor adora prendersi cura delle sue tre meraviglie costruite in Germania e nei Paesi Bassi. Membro fondatore del Club Velomobili di Monaco, il monegasco d’adozione vorrebbe che questa pratica fosse un po’ più diffusa a Monaco e sulla Costa Azzurra.

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“So che c’è qualcuno nella costa di Antibes, ma niente di più. Bisogna dire che qui le pendenze sono importanti. Non è sempre facile”. Anche se passa gran parte del suo tempo nel Principato, Igor a volte si spinge fino a Genova o ad Aix-en-Provence. Percorrendo il lungomare, chiaramente. “Non prendo l’autostrada, questo è ovvio”, scherza. “Ma i velomobili sono completamente omologati per circolare su strada”.

Le persone stanno al telefono, alcune donne si truccano al volante, e non guardano dallo specchietto retrovisore…

Ma nonostante Igor sia spesso incoraggiato dai passanti, che si fermano ad ammirare il veicolo bizzarro, alcuni si schierano contro, reputandolo un mezzo troppo pericoloso. “In diciassette anni, non ha mai avuto un incidente”, afferma infastidita Isabelle Avias, che difende suo marito a spada tratta. “Ne parliamo di frequente con Igor e lui mi dice che spesso chi non lo vede, è perché non lo guarda. Le persone stanno al telefono, alcune donne si truccano al volante, e non guardano dallo specchietto retrovisore…”

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Detentore del record del mondo di velocità su un velomobile

Detentore del record del mondo di velocità su un velomobile, ottenuto qualche anno fa con una velocità media di 61,2 km/h (un record stabilito a quattro nell’arco di 24 ore su un circuito in Germania), Igor Paliouk si appella al senso civico dei cittadini. “Cerco di convivere con le macchine, sempre nel rispetto”, afferma. “Non sono più pericoloso di un altro veicolo”. Con una velocità di 50 km/h, paragonabile a quella di una minicar o di uno scooter con le strozzature, i velomobili dell’ex dentista saranno presto riverniciati.

“Un giorno, un carabiniere del Principe mi ha detto “a Monaco, il più conosciuto è il Principe Alberto II. Ma subito dopo, c’è tuo marito”.

“Il modello grande resterà con i colori del Principato, ma almeno uno dei due più piccoli sarà giallo. È meglio, a livello di sicurezza. Il giallo risalta agli occhi”. Altro motivo per attirare ancora più sguardi, già tutti puntati su di lui. Sua moglie racconta un aneddoto divertente che non ha più dimenticato.

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“Un giorno, un carabiniere del Principe mi ha detto “a Monaco, il più conosciuto è il Principe Alberto II. Ma subito dopo, c’è tuo marito”, sorride. “Molti mi dicono che se fosse loro marito, non lo lascerebbero fare… Ma io non vedo perché obbligarlo al radiatore!” D’altronde, non sarebbe proprio una cosa da Igor Paliouk, determinato a seguire la sua passione per diversi anni a venire.