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Eroi del Mediterraneo: Olivier Brunel protettore degli animali del Museo Oceanografico di Monaco

Olivier-Brunel-Museo Oceanografico di Monaco
Monaco Tribune / Olivier Brunel

Direttore del centro di assistenza degli animali marini ospitati all’interno del Museo Oceanografico di Monaco da ormai cinque anni, Olivier Brunel (38 anni) gioca un ruolo fondamentale nella tutela delle specie presenti negli acquari dell’istituto. In occasione della seconda parte della nostra serie dedicata agli eroi del Mediterraneo, Monaco Tribune ha intervistato Olivier Brunel, un uomo appassionato dalla biodiversità marina e innamorato del mare fin dall’infanzia.

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Prima di accettare la nuova proposta di lavoro, Olivier ha esitato. Ma dopo essersi posto alcune domande su una regione che non conosceva e che non aveva mai visitato neanche di passaggio, Olivier Brunel ha deciso di prendere il volo per il Mediterraneo con sua moglie e i suoi due figli, direzione Costa Azzurra. “Il museo cercava un responsabile che si occupasse della cura degli animali”, ricorda. “Ma quando mi hanno contattato, ho esitato. La regione non mi attirava particolarmente, io sono originario dell’Ovest. Ma sono aperto alle nuove avventure, quindi ho deciso di partire e oggi ne sono davvero grato”.

Responsabile di quasi 10.000 animali marini

Il Museo Oceanografico di Monaco conta una grande biodiversità marina, un vero sogno per Olivier Brunel. Responsabile di dodici veterinari che vegliano su 10.000 animali presenti negli acquari dell’istituto, Olivier, originario della regione parigina, è ben consapevole delle sue responsabilità. Dai pesci pagliaccio agli squali pinna nera, passando per le tartarughe e i cavallucci marini, l’ingegnere agronomo ha il compito di sorvegliare con attenzione tutte le vasche del museo, osservando il comportamento dei pesci e delle diverse specie. “Gli animali possono ammalarsi all’improvviso, senza che sia avvenuto alcun cambiamento nell’ambiente o nel cibo. Non possiamo permetterci problemi con le vasche perché la maggior parte dei visitatori viene per l’acquario, quindi i nostri animali devono essere in forma e in buona salute. È un lavoro molto stimolante, ma anche stressante”.

Quando passo troppo tempo lontano dal mare, mi sento male

Ma quello che ha veramente conquistato Oliver Brunel, è il ruolo che svolge il Museo Oceanografico di Monaco, che riabilita la fauna e la flora acquatiche di diverse parti del mondo, dai mari tropicali fino al Mediterraneo. “Qui, l’obiettivo principale non è il profitto, ma sensibilizzare il pubblico e diffondere un messaggio sui mari e sugli oceani”. Stabilitosi nel Principato ormai da cinque anni, questo giovane padre di famiglia, che ha avuto un terzo figlio in Costa Azzurra, ha sempre vissuto non troppo lontano dal mare, fatta eccezione per un periodo parigino in giovane età. “Per le vacanze i miei genitori mi portavano in Bretagna, ma al rientro, ero sempre triste di essere lontano dal mare. Ci andavo ogni volta che potevo”, sorride confessando la sua passione per la vela e il kitesurf durante il tempo libero. Il mare, ancora e per sempre. “Quando passo troppo tempo lontano dal mare, mi sento male”.

Da Cipro al Messico

Dopo gli studi ad Angers e dieci anni trascorsi ad analizzare l’acquacultura, passando da Cipro al Messico per ritornare infine in Francia, Olivier Brunel ha finalmente deciso di dare un senso alla sua passione, unendosi al Museo Oceanografico di Monaco. Se vi imbattete in una tartaruga al largo della costa che necessita di cure e chiamate l’istituto, potete stare certi che sarà lui a occuparsene. “È fondamentale fare una differenza tra l’acquario e il centro di cure. L’acquario è uno strumento a servizio dell’istituto oceanografico per presentare un ecosistema marino magnifico, ma anche molto fragile e che ha bisogno di essere protetto. Il centro di cure è un’altra cosa. Ci occupiamo della fauna selvaggia che non è destinata all’acquario, come per esempio le tartarughe ferite che noi curiamo e riabilitiamo per liberarle nuovamente in mare”. Un mare che Olivier Brunel ama profondamente.

Traduzione a cura di Valentina Alia.