Il 16 settembre, durante la 75° Assemblea Generale delle Nazioni Unite, è stato inaugurato il Global Fund for Coral Reefs, il fondo per la protezione delle barriere coralline. Finanziato in parte dal Principe Alberto II di Monaco, il fondo sarà utilizzato per mobilitare le risorse per la salvaguardia delle barriere coralline.
Con l’appoggio di investitori pubblici e privati, tra cui il Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo (UNDP), BNB Paribas, la Fondazione Principe Alberto II di Monaco e la Paul G. Allen Family Foundation, il Global Fund for Coral Reefs ha promesso di raccogliere 500 milioni di dollari nei prossimi dieci anni e di investirli nella salvaguardia delle barriere coralline. I fondi saranno destinati sia ai “meccanismi di finanziamento” che miglioreranno lo “stato di salute e la sostenibilità” delle barriere coralline, sia alla responsabilizzazione delle comunità locali.
“Le barriere coralline sono degli ecosistemi marini essenziali per la salvaguardia della biodiversità nei nostri mari. Purtroppo, sono terribilmente affette dal cambiamento climatico, e molte sono in pericolo di estinzione”, ha detto il Principe Alberto II durante il suo discorso all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Lo scopo di questo fondo è quello di “schierare risorse private e multilaterali che possano aiutare a sviluppare le conoscenze scientifiche e promuovere soluzioni pratiche per salvare i coralli”, ha concluso.
Una fetta fondamentale della biodiversità è in serio pericolo
Da tempo, Monaco è coinvolta nella salvaguardia delle barriere coralline, che giocano un ruolo importante nel preservare la biodiversità marina. Presenti in oltre 100 Paesi del mondo, assicurano la sopravvivenza e il sostentamento a un quarto di tutte le forme di vita marine, circa 1 milione di specie. Le barriere coralline hanno inoltre creato circa mezzo milione di posti di lavoro e proteggono le coste dalle tempeste e dalle alluvioni.
Nonostante il loro valore sia inestimabile, non sono mai stati destinati fondi sufficienti per la loro salvaguardia. Secondo un report del 2018, condotto dal Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (IPCC), assicurare la loro sopravvivenza è una questione estremamente urgente. Il report ci mette in guardia: anche se riuscissimo a stabilizzare la temperatura della superficie terrestre di 1,5° al di sopra dei livelli dell’era preindustriale, entro la metà del secolo la popolazione globale delle barriere coralline calerebbe del 70 o persino del 90%.