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Analisi

Il Mediterraneo: un modello in scala dell’oceano?

Mare-Mediterraneo
Unsplash

Una ricercatrice del Centro nazionale per la ricerca scientifica francese ha esaminato il movimento delle masse d’acqua del mar Mediterraneo. Uno studio decisivo, considerato che le correnti determinano la distribuzione del calore, dell’ossigeno, del sale e degli elementi nutritivi.

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Sia negli oceani che nei mari, la circolazione termoalina si verifica allo stesso modo. Si tratta di una corrente oceanica generata dalle diverse densità dell’acqua, che dipendono dalle differenze di temperatura e dal livello di salinità della massa d’acqua. Quando questa interagisce con l’atmosfera, l’acqua in superficie diventa più densa e scende al livello intermedio.

Acqua più salata e densa rispetto all’Atlantico

Grazie allo stretto di Gibilterra, l’acqua dell’oceano Atlantico affluisce nel mar Mediterraneo. Un apporto importante se consideriamo che, a causa del clima, il Mediterraneo perde più acqua di quella che riceve dai fiumi e dalle precipitazioni. La forte evaporazione provoca anche un aumento della salinità e quindi della sua densità.

Essendosi inserita di recente ed essendo meno densa, l’acqua dell’Atlantico resta in superficie prima di dirigersi verso est, nelle zone più a sud, e tornare verso ovest, nelle zone più a nord, “descrivendo in ogni bacino un circuito generale in senso antiorario”, spiega Isabelle Taupier-Letage, autrice della ricerca.

Acqua più salata in inverno

Con il freddo invernale, la salinità dell’acqua aumenta a causa del raffreddamento provocato dai venti continentali. Data la maggiore densità, quest’acqua arriva sul fondo, dove la temperatura non scende mai sotto i 13 gradi. È un’acqua ricca di ossigeno, un’incredibile risorsa per la biodiversità, ma che facilita anche la trasmissione di agenti inquinanti. Adesso che sappiamo che l’inquinamento dell’acqua non riguarda solo la superficie ma anche le profondità marine, abbiamo un motivo in più per evitarlo. Per maggiori informazioni sulla ricerca, visitate il sito del CNRS (in francese).

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@CNRS