Intervista

Intervista a Lanéva Boats, startup pioniera della navigazione 100% elettrica

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Lanéva Boats / Facebook

L’idea arriva dalla Bretagna ma l’azienda è monegasca al 100%. Fondata tre anni fa nel Principato, la startup Lanéva Boats lancerà presto sul mercato il suo motoscafo elettrico di alta gamma, realizzato con materiali sostenibili.

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Il 26 aprile 2019, alla presenza del Principe Alberto, Lanéva Boats ha inaugurato la sua prima smart boat allo Yacht Club di Monaco. Da allora, la prima barca elettrica creata nel Principato è stata oggetto di diverse prove e dimostrazioni, “circa 300” secondo François Richard, cofondatore e CEO dell’azienda. Il “lungo inverno” imposto dalla crisi del coronavirus ha permesso alla startup di perfezionare il suo gioiellino, migliorandone la potenza e la capacità della batteria.

“Quando diciamo di essere una società monegasca, nel mondo dello yachting fa un certo effetto”

François Richard

Con i suoi 7,90 metri di lunghezza e 2,50 metri di larghezza, il motoscafo Lanéva può ospitare fino a otto persone. I due motori elettrici a flusso assiale e i quattro pacchi batterie gli consentono di raggiungere dai 25 ai 30 nodi con un’autonomia dalle 40 alle 45 miglia nautiche. Collegate a una presa di una certa potenza, le batterie possono essere ricaricate in 3 ore e mezza.

“L’essenza del marchio sta nell’equilibrio tra prestazioni e sostenibilità. Il concetto è quello di non fermarsi soltanto all’elettrico, ma andare oltre”, spiega François Richard. Ed è proprio per questo che il motoscafo è realizzato impiegando più materiali sostenibili possibili: il legno proviene da risorse naturali e rinnovabili, la pelle di alta qualità è completamente riciclabile e l’azienda utilizza anche lino e sughero naturali. Un orientamento eco-friendly che ha fatto guadagnare al motoscafo il riconoscimento “Solar Impulse Efficient Solution”.

Il settore alberghiero bloccato dal Covid-19

Prima della crisi sanitaria, Lanéva Boats puntava anche al settore alberghiero, fortemente colpito dalla pandemia. “Prima del lockdown, eravamo stati contattati da un hotel per realizzare una versione della barca da 12 metri, ma il progetto si è fermato a causa del Covid. È complicato, perché ci hanno comunicato che gli investimenti sono congelati”, continua l’imprenditore bretone.

Così l’azienda adesso si concentra solo sulla clientela privata. “Abbiamo moltissimo successo in Svizzera, in Italia e in Germania, perché c’è maggiore interesse per l’elettrico e si tende a proteggere molto la natura”, spiega François Richard. Ma l’obiettivo di Lanéva Boats è anche quello di aprirsi al mercato degli yacht proponendo il motoscafo come tender, una piccola imbarcazione che serve a effettuare spostamenti tra lo yacht e il porto o semplicemente per fare un giro. “Possiamo collegarlo al sistema elettrico dello yacht per caricarlo e può essere utilizzato nelle zone in cui non si può circolare con il gasolio”, aggiunge il cofondatore dell’azienda.

Adattarsi, la parola d’ordine in questo periodo di crisi

Come tutte le aziende, anche Lanéva Boats non è sfuggita alle problematiche causate dalla pandemia, prima tra tutte la cancellazione dei saloni, una vetrina fondamentale per la startup monegasca. Nonostante numerose incertezze, François Richard cerca di restare positivo: “Abbiamo già una lista di partner, di potenziali acquirenti… Troveremo delle soluzioni per adattarci e punteremo ai circoli privati per trovare dei clienti”, ci rassicura.

L’imprenditore bretone trova sempre un aspetto positivo in ogni situazione, anche le più brutte. “Vedremo tra qualche mese, ma penso che dopo la crisi sanitaria le persone siano attirate da soluzioni più ecologiche”, afferma. E quando parla del futuro delle barche sostenibili, il suo pensiero non cambia. Secondo lui, le grandi case di yacht staranno già cambiando rotta: “Sustainability, sostenibilità. È questa la parola del momento”, afferma François.

L’industria dello yachting è pronta a passare all’elettrico?

Anche se diverse aziende cominciano a lavorare su sistemi di propulsione più puliti (idrogeno, tecnologia ibrida…), è ancora difficile, al momento, immaginare uno yacht o un super-yacht esclusivamente a energia elettrica. E non è solo una questione tecnica, ma anche economica. “Il tender potrebbe essere un primo passo, perché possiamo collegarlo allo yacht. Possiamo quindi avere uno yacht classico, ma un tender che rispetti l’ambiente”, spiega François Richard. Chi lo sa, magari sarà proprio Lanéva Boats a dare il via a questa tendenza.

Traduzione a cura di Valentina Alia