Più della metà degli imprenditori non si fida delle nuove generazioni per gestire l’azienda di famiglia: è quello che ha evidenziato l’istituto bancario Barclays nel suo ultimo report, Challenges and Opportunities of Intergenerational Wealth Transfer.
Tenere l’azienda in famiglia sembra sempre la scelta migliore, ma se gli eredi non sono affidabili? A quanto sembra, le nuove generazioni destano non poche preoccupazioni negli imprenditori più anziani: il 57% di loro crede che i propri eredi, una volta ereditata l’azienda di famiglia, non sarebbero in grado di gestirla con successo, o almeno, questo è il risultato dell’ultimo report condotto da Barclays.
La banca ha voluto sottolineare quanto sia importante comprendere le dinamiche legate all’eredità e il ruolo fondamentale che giocano nella nostra società. “Nei prossimi dieci anni, gli uomini più ricchi del mondo lasceranno collettivamente alle loro famiglie oltre 15.000 miliardi di dollari, una somma che supera il prodotto interno lordo della Cina”, evidenzia il report.
Una nuova generazione troppo imprudente?
Il 60% degli imprenditori più ricchi crede che la nuova generazione, tra i 24 e i 39 anni di età, non sia pronta per prendere le redini dell’impresa di famiglia. Il 63%, inoltre, afferma che i millennials non sono interessati a preservare la fortuna di famiglia come i loro predecessori.
Secondo Mark Tucker, Responsabile globale delle consulenze patrimoniali per Barclays, la frattura generazionale è un problema serio: “La vecchia generazione pensava a preservare la ricchezza, mentre, un 25enne di oggi ha una visione completamente diversa e penserà, piuttosto, ad accumularla”, afferma.
Il report evidenzia anche come il background culturale e le esperienze di studio all’estero siano motivo di mancanza di fiducia nelle nuove generazioni, con il 58% dei proprietari di impresa che reputa la cultura ampia e varia dei millennials una fonte di conflitto.
Nonostante ciò, secondo Mark Tucker, l’apertura mentale dei più giovani è da apprezzare: “Le vecchie generazioni tendono a evitare il cambiamento e preferiscono restare fedeli a ciò che gli è familiare. È quindi compito delle nuove generazioni comunicare il possibile impatto positivo delle nuove prospettive di business che si acquisiscono viaggiando all’estero”.