Intervista

Allarme balenottere nel Mediterraneo: troppi scontri con le navi

Cetacei-mammiferi-WWF
WWF

Nel Mediterraneo, le collisioni tra le balenottere minori e le navi non sono poi così rare: nelle acque del Santuario Pelagos, situato a largo delle coste francesi, monegasche e italiane, ogni cetaceo si ritrova anche 3520 volte l’anno sulla traiettoria di una barca. L’aumento del traffico marittimo sta notevolmente peggiorando la situazione.

Pinne dorsali strappate, code amputate e cicatrici procurate dalle eliche. Il traffico marittimo del Mediterraneo non risparmia le balenottere minori, una specie animale attualmente classificata come “vulnerabile” dall’Unione mondiale per la conservazione della natura (IUCN). Nella regione, gli scontri tra navi e cetacei restano ancora la prima causa di morte non naturale della specie.

Pubblicità

Slalom tra le navi

“Quelli che sopravvivono a questo genere di traumi sono i più fortunati, perché i mammiferi molto spesso muoiono sul colpo” afferma Simone Panigada, membro del comitato scientifico italiano dell IUCN. Sia dal mare che dall’alto, i ricercatori studiano la densità della popolazione delle balenottere minori nel Santuario Pelagos. L’area di 87.500 km2 è stata creata nel 1999 al largo delle coste francesi, monegasche e italiane per proteggere i mammiferi marini.

>> LEGGI ANCHE: Lockdown: i cetacei si godono il meritato riposo

Ciononostante, da diversi anni Simone Panigada ha riscontrato un netto aumento del traffico marittimo e, di conseguenza, un rischio di collisioni sempre crescente: “molti paesi investono nell’economia blu e nelle autostrade del mare nel Mediterraneo. Ogni estate c’è un via vai di traghetti turistici che attraversano il Santuario Pelagos, soprattutto per garantire i collegamenti tra il continente e la Sardegna o la Corsica”.

Giovani vittime

Ogni anno, dalle 8 alle 40 balenottere minori muoiono a seguito di una collisione con una nave. “Una cifra considerevole, visto che nella regione la popolazione di questi grandi cetacei non supera i 1.700 esemplari”, ricorda Denis Ody, responsabile del programma Cetacei del WWF. Per quanto riguarda la riproduzione, “ogni femmina può dare alla luce un solo piccolo ogni due, a volte anche tre anni”.

La maggior parte dei grandi cetacei che troviamo spiaggiata sulle coste misura appena quattordici centimetri, ovvero la dimensione di una balenottera minore preadolescente.

Nel Mediterraneo, la popolazione di balenottere minori resta perlopiù invariata, perché a incorrere in incidenti mortali sono soprattutto gli animali più giovani. Questi sono spesso vittime di scontri con le navi: “La maggior parte dei grandi cetacei che troviamo spiaggiata sulle coste misura appena quattordici centimetri, ovvero la dimensione di una balenottera minore preadolescente”, spiega il membro del WWF.

La geolocalizzazione dei grandi cetacei

Nel 2007, il WWF francese ha promosso il sistema REPCET, che consente alle navi di scambiare dati tramite satellite sulla presenza dei grandi cetacei in diverse zone del Santuario Pelagos.

>> LEGGI ANCHE: Il Mediterraneo: quando il rumore mette in pericolo la fauna marina

“Se REPCET è riuscito a evitare i collisioni, è perché si basa principalmente sulle capacità di osservazione dei membri dell’equipaggio e sulla loro motivazione”, racconta Denis Ody. Da due anni, il WWF sta seguendo da vicino la progettazione di un sistema acustico passivo, attualmente solo un prototipo, che permetterà un giorno di geolocalizzare i cetacei del santuario grazie al suono emesso dal dispositivo.

Traduzione a cura di Valentina Alia