Intervista

Il caffè è il chicco del futuro. Ecco perché.

Chicchi di caffè verde
Alizée Mosconi

Il futuro della moda potrebbe nascondersi nei fondi di caffè! A Monaco, lo stilista Alexis Giannotti ha lanciato una collezione di abbigliamento realizzata in fibra di caffè per lottare contro l’inquinamento da plastica. Su un altro versante, invece, la start-up Green Coffee Monaco, si impegna nell’abolizione del consumo delle capsule di alluminio, valorizzando i benefici del caffè verde e dei suoi antiossidanti.

Qualche massima che evoca l’estetismo scritta sul muro e un arredamento meticoloso fatto di libri eclettici sull’arte, la moda e il minimalismo. Un laboratorio d’artista rallegrato da una vivace collezione di maglie e da iconiche sfumature azzurre. Un indirizzo nascosto nel quartiere monegasco Annonciade, dove Alexis Giannotti disegna capi di abbigliamento rispettosi dell’ambiente, dallo stile moderno e rilassato, a base di fibre naturali.

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I capi di abbigliamento non sono realizzati solo in lana merino, ma anche da materie prime sorprendenti come la fibra di caffè! “Il frutto di due anni di ricerca”, ricorda l’imprenditore spinto dalla voglia di ridurre l’impatto negativo dei tessuti sull’ambiente. “Trovare un’alternativa alle fibre plastiche è più che mai essenziale: a ogni lavaggio, questi capi di abbigliamento rilasciano tantissime particelle di microplastica che poi finiscono nei nostri oceani”.

Penso che entro i prossimi dieci anni, la produzione di abbigliamento in cotone subirà un crollo notevole, perché il consumo d’acqua continua a essere davvero troppo elevato

Alexis Giannotti, stilista
Foto dello stilista Alexis Giannotti
Foto di Alexis Giannotti, stilista impegnato contro l’inquinamento da plastica © Alizée Mosconi

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Il futuro della moda in un fondo di caffè

Realizzati con una stampante 3D, le maglie in fibra di caffè pensate dallo stilista sono prodotte con rifiuti organici, quelli dei fondi di caffè. “È indispensabile riciclare questi materiali per ridurre il consumo di energia legato alla produzione di abbigliamento”, ricorda lo stilista appassionato di caffè. L’industria della moda resta, in effetti, una delle più inquinanti del mondo. “Penso che entro i prossimi dieci anni, la produzione di abbigliamento in cotone subirà un crollo notevole, perché il consumo d’acqua continua a essere davvero troppo elevato”.

Inoltre, la fibra di caffè offre un altro grande vantaggio, lascia respirare la pelle limitando la formazione di cattivi odori, “al contrario delle fibre sintetiche che tendono a catturarli. Un vero disastro!”

L’unico piccolo inconveniente? Non è ancora possibile realizzare capi in fibra di caffè in altre tonalità diverse dal suo colore naturale, ovvero grigio antracite. In futuro, Alexis Giannotti vorrebbe poter dare al tessuto il colore simbolo del suo marchio, “il blu Betty, simile al blu creato dall’artista figurativo Yves Klein, una tonalità che ho voluto dedicare a mia nonna, che è stata sempre di supporto nei miei progetti, e alle acque del Mediterraneo”. Una sfida che un giorno pensa di poter superare!

Il caffè verde, una vera fonte di antiossidanti

Nel quartiere La Condamine, la società Green Coffee Monaco, nata nel 2020, si concentra invece su altre sfide: ridurre l’impronta di carbonio dei consumatori di caffè e valorizzare le proprietà, ancora poco conosciute, del caffè verde. Si tratta di piccoli chicchi color kaki non ancora tostati, che conservano tutte le loro virtù. Basta metterli in infusione per beneficiare delle loro eccellenti proprietà antiossidanti.

Ogni anno, diversi miliardi di capsule in alluminio vengono abbandonate nelle discariche senza essere quasi mai riciclate

Carina Luis y Prado, fondatrice della startup Green Coffee Monaco

Le capsule di caffè tostato proposte dalla startup sono realizzate in materiali organici, come la canna da zucchero, e provviste di un sigillo di carta. “Capsule totalmente biodegradabili. Dopo il loro utilizzo spariscono del tutto nel giro di dodici settimane”, precisa Carina Luis y Prado, fondatrice del brand monegasco di caffè bio.

Un’alternativa alle capsule di allumnio

L’imprenditrice spagnola, che ha trascorso la sua infanzia in Argentina, è sempre stata appassionata di caffè e del suo sapore particolare da scoprire a ogni degustazione. Una caratteristica tipica della cultura latinoamericana: “quando ero piccola, mia madre mi preparava il latte con un poco di caffè, piuttosto che una cioccolata calda”, ricorda.

Nel 2020, l’imprenditrice Carina Luis y Prado ha lanciato una linea di infusioni fruttate a base di caffè verde. © Alizée Mosconi

Questa grande consumatrice di caffè ristretti, dal gusto forte e intenso, predilige i prodotti bio nella sua vita di tutti i giorni. Un impegno per la salute e l’ambiente che ripropone, a prezzi accessibili, anche ai suoi clienti, sperando di sensibilizzare sull’inquinamento crescente del pianeta.

Secondo il giornale britannico The Gurdian, ogni anno, in tutto il mondo vengono consumate 20 miliardi di capsule monodose di caffè. “Ogni anno, diversi miliardi di capsule in alluminio vengono abbandonate nelle discariche senza essere quasi mai riciclate”, si rammarica Carina Luis y Prado, prima di parlare di una situazione ancora più allarmante, quella dei fanghi rossi legati alla produzione dell’alluminio.

“Bere un caffè è un gesto quotidiano, che però ha un grande impatto”, conclude, felice che il Principato di Monaco punti a diventare sempre più verde, anno dopo anno.

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