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Inchiesta

Perché i francesi continuano a lavorare a Monaco?

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Monaco Tribune

Ogni giorno, diverse migliaia di francesi attraversano la frontiera per andare a lavorare nel Principato.

Secondo uno studio pubblicato dall’Insee nel 2019, il numero di lavoratori frontalieri nelle Alpi Marittime è decisamente aumentato, con un incremento del 77% dal 1990 al 2015. Una previdenza sociale più vantaggiosa, stipendi migliori e un’ottima pensione: nonostante le incertezze dovute al famoso “articolo 6”, Monaco resta un polo particolarmente allettante per i lavoratori internazionali.

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Jean-Pierre, 63 anni, si gode in serenità la sua pensione monegasca nell’entroterra nizzardo. “Ho iniziato a lavorare a Monaco nel 1979 come tagliatore di pellicce da Christan Dior e poi, qualche anno dopo, da Louis Vuitton, dall’altra parte del marciapiede”, ricorda questo pensionato francese che, negli anni ’90, ha finalmente trovato il suo posto da Carrefour Monaco come responsabile della ricezionie delle merci.

Assegni familiari vantaggiosi

Per una ventina d’anni, Jean-Pierre, padre di quattro figli, ha potuto beneficiare degli assegni familiari offerti dal Principato: “quando i miei figli erano piccoli, la mia famiglia riceveva quasi mille euro di assegni al mese, un sistema tra i più vantaggiosi che ci ha permesso di vivere degnamente. Mia moglie ha anche potuto fermare la sua attività professionale per 17 anni, in modo da potersi occupare meglio dei nostri figli, come desiderava”.

Nel 2018, Jean-Pierre decide di prendere la meritata pensione, senza alcuna riduzione, all’età di sessant’anni. “Un sollievo”, confessa l’ex impiegato Carrefour che ha lavorato notte e giorno per 26 anni, “Non avevo più la stessa energia di prima”. “La pensione è rimasta quasi invariata rispetto al mio vecchio stipendio, non mi sento di aver perso niente, anzi!”

È sempre complicato trovare un alloggio in prossimità di Monaco, come a Cap d’Ail o a Beausoleil, dove gli affitti restano molto cari (…)

Antonin, 27 anni, consulente

“Lavorare a Monaco, per me è il compromesso ideale per non dover scegliere tra la mia carriera nella finanza e la vita sulla Costa Azzurra”, spiega Antonin, 27 anni, consulente presso KPMG Monaco. “Tra l’altro, il mio stipendio è uguale a quello che avrei avuto a Parigi”, sottolinea il ragazzo, residente del comune di Vence, a più di tre quarti d’ora di strada. “È sempre complicato trovare un alloggio in prossimità di Monaco, come a Cap d’Ail o a Beausoleil, dove gli affitti restano molto cari, e il Principato non offre purtroppo sussidi per l’alloggio ai lavoratori frontalieri”.

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Quasi i 2/3 delle attività del settore privato sono francesi

Anche se le ore di lavoro settimanali salgono a 39 nel Principato, contro le 35 della Francia, gli oneri salariali restano nettamente più vantaggiosi a Monaco, circa il 13% contro il 23% dei paesi al di là della frontiera. A parità di stipendio lordo, quindi, il netto monegasco resta di certo più allettante.

Secondo un recente rapporto dell’IMSEE, la maggior parte dei lavoratori del settore privato di Monaco è francese, per l’esattezza, nel 2020 il 62,5% delle attività del settore è risultato appartenere a francesi, contro appena il 15,5% di italiani e l’1,9% di monegaschi. L’anno scorso, il 79,3% del personale del settore privato monegasco risiedeva in Francia, soprattutto nelle Alpi Marittime. Si parla di oltre 40.000 persone.

A Monaco, moltissimi dipendenti del settore alberghiero approfittano di un sistema di remunerazione particolare, che consiste in una parte fissa e un’altra variabile che dipende dal fatturato della strutturate in base ai mesi, alla carica dell’impiegato e alla sua anzianità. “Prima della pandemia, era un bel vantaggio perché questa entrata variabile poteva arrivare a 300 euro in inverno e soprattutto raddoppiare in certi periodi della stagione turistica”, spiega una giovane impiegata di un hotel monegasco di lusso.

Rimborsi per le visite mediche fino all’80%

Come tutti i francesi che lavorano nel Principato, anche questa dipendente beneficia del sistema di previdenza sociale monegasco, che “ha stilato una lista di medici convenzionati”. Medici di base, dentisti, ginecologi: “a Nizza, non manca la scelta!”

La previdenza sociale monegasca resta una delle più vantaggiose, visto che le visite mediche sono rimborsate fino all’80%, contro il 70% previsto dal sistema francese. “Quando ci rivolgiamo a medici non convenzionati con il Principato, come per esempio succede con il pediatra di mia figlia, il rimborso è tre volte più basso”, afferma Olivier Cardot, segretario generale dell’Unione dei sindacati di Monaco, che ha iniziato a lavorare nel Principato nel 1997.

L’articolo 6? Una spada di Damocle sempre sulle nostre teste!

Olivier Cardot, segretario generale dell’Unione dei sindacati di Monaco

L’articolo 6 è sempre dietro l’angolo…

Nonostante tutti questi vantaggi evidenti, “l’articolo 6”, quello che permette al datore di lavoro di licenziare un dipendente con contratto a tempo indeterminato dall’oggi al domani e senza alcuna ragione, può rendere la vita degli impiegati difficile. “Una spada di Damocle che pende sempre sulle loro teste!” Alcuni lavoratori non osano rifiutare le richieste del loro capo per paura di essere licenziati: “per esempio, anche se lavorare la domenica è una scelta volontaria, l’articolo 6 è sempre dietro l’angolo!”

“L’uso che alcuni ne fanno è disastroso”, avverte Olivier Cardot, che a volte ha assistito a “licenziamenti brutali e senza mezzi termini”. Un paradosso per Monaco, “dove chi ha un contratto a tempo determinato può essere licenziato solo in caso di giustificato motivo, questioni gravi o forza maggiore”.

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