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Il Principe Alberto II reintroduce i cavallucci marini nel Mediterraneo

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Museo Oceanografico di Monaco

I cavallucci marini del Principato, specie a rischio, possono contare sull’aiuto del principe.

Nel Mediterraneo, i cavallucci marini sono quasi in via d’estinzione. Una situazione che preoccupa la Fondazione Principe Alberto II, che ha deciso di collaborare con l’Istituto oceanografico e con il suo Centro monegasco per la cura delle specie marine (CMSEM), oltre che con l’ufficio tecnico BIOTOPE e con lo specialista di cavallucci marini d’Europa, Patrick Louisy.

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Insieme, lavorano per esaminare meglio la situazione delle popolazioni di cavallucci marini nel mare di Monaco. L’obiettivo comune è quello di rafforzare le conoscenze di questa specie e dei loro habitat, determinare le migliori opzioni per la loro salvaguardia e di intraprendere le iniziative più adatte per proteggerli.

Per questo motivo, è stato prelevato e portato al CMSEM un esemplare maschio che, dopo essersi riprodotto e aver dato alla luce sette piccoli cavallucci, è stato rimesso in mare. I neonati sono stati liberati in acqua il 16 giugno. È stato il Principe Alberto II in persona ad affidare i quattro cavallucci maschi, all’interno di un barattolo in vetro, ai sub in modo che potessero liberarli a oltre 20 metri di profondità. I tre esemplari femmina, invece, sono stati liberati in mare nel corso della stessa giornata.

Una specie da proteggere

Questo risultato incoraggiante ha dimostrato che, in caso di difficoltà, le popolazioni di cavallucci marini possono contare sulle iniziative di Monaco e del Sovrano per dare alla luce nuove vite.

Un risultato supportato anche dalle affermazioni di Robert Calcagno, Direttore generale dell’Istituto oceanografico: “Questo progetto che ha coinvolto i cavallucci marini rappresenta bene l’obiettivo del Centro monegasco per la cura delle specie marine, aperto nel 2019. Agire a favore della fauna marina nelle acque monegasche, a fianco del Governo del principe e nel quadro della strategia nazionale del Principato di Monaco a favore della biodiversità […]”

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