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Jean-Antoine Odasso, pompiere di Monaco con un destino scritto nei geni

Monaco Tribune

Dal 2019, Jean-Antoine Odasso (29 anni) è un vigile del fuoco presso il centro di soccorso della Condamine. Intervista a uno dei 150 rappresentanti del Corpo dei vigili del fuoco di Monaco.

Chissà se i diversi insegnanti che ha incontrato nella sua vita si siano passati la parola e abbiano smesso, a un certo punto, di fargli compilare il famoso questionario di orientamento al lavoro. Il ragazzo, infatti, non ha mai avuto alcun dubbio. Alla domanda: “quale mestiere vuoi fare da grande” l’unica cosa che cambiava era il colore dell’inchiostro, blu o nero a seconda della penna. La risposta, invece, era sempre la stessa: “il pompiere”.

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“Ho sempre voluto fare il pompiere”, sorride Jean-Antoine, con gli occhi che si illuminano ancora al ricordo della sua infanzia, trascorsa a giocare con scale in miniatura e camioncini rossi. “Sono immerso in questo mondo da sempre. Non avrei potuto fare altro. Era questo o niente”.

Nel 2014, sono stato chiamato come rinforzo per il Gran Premio di Monaco, come molti pompieri delle Alpi Marittime.

La cerimonia di consegna del caschetto alle giovani reclute del Corpo dei vigili del fuoco di Monaco /  © Corpo dei vigili del fuoco di Monaco

Un mestiere che si tramanda da padre in figlio

Bisogna dire che, con un padre pompiere, il suo percorso sembrava già segnato. Così, a 17 anni, il giovane Jean-Antoine inizia la sua avventura. La prima tappa è Andon, un comune nell’entroterra di Grasse, a pochi passi da Escragnolles, il suo paese natale famoso per le piacevoli escursioni e gli innumerevoli corsi d’acqua.

Un po’ lontano dalla realtà del Principato, no? Beh, non così tanto. “Nel 2014, sono stato chiamato come rinforzo per il Gran Premio di Monaco, come molti pompieri delle Alpi Marittime”, racconta Jean-Antoine. “L’esperienza mi è piaciuta moltissimo”. Tra Monaco e il ragazzo nasce un rapporto speciale.

Il mestiere di pompiere è lo stesso ovunque, ma io volevo servire il Principato, sempre in un contesto militare.

Prima di fare il suo ingresso nel prestigioso Corpo dei vigili del fuoco di Monaco, il ragazzo, originario di Grasse, ha fatto diverse esperienze. La prima tra tutte a Marsiglia. “Sono entrato nella flotta navale dei vigili del fuoco”, per poi proseguire con i pompieri di terra per i successivi quattro anni.

Militare nell’anima

Militare nell’anima e amante della Costa Azzurra, il ragazzo, con una maturità politico-economica conseguita nel 2010, si è infine deciso a fare il grande passo. “Volevo venire a Monaco. Il mestiere di pompiere è lo stesso ovunque, ma io volevo servire il Principato, sempre in un contesto militare”.

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Per riuscirci, Jean-Antoine presenta il suo fascicolo, subito accettato, per poi superare brillantemente esami scritti e orali. Test sotto sforzo, prova sportiva… il ragazzo non si tira indietro davanti a niente e dà prova delle sue competenze per godersi, infine, una ricompensa più che meritata. A dicembre 2019, entra ufficialmente nel Corpo dei vigili del fuoco di Monaco.

Mi piace ricaricare le batterie nell’entroterra, respirare aria pulita.

“Mi sono integrato benissimo. Ma bisogna anche dire che la squadra è fantastica”. Una buona ragione per restare a lungo nel Principato? “Certo!”, risponde senza la minima esitazione. “Mi ci vedo a continuare la mia carriera qui fino alla fine. Sono arrivato più tardi rispetto ad altri, a 27 anni, entro il limite d’età, e non mi vedo da nessun’altra parte”.

Suddivisi su due centri di soccorso (quello del quartiere della Condamine e quello di Fontvieille) e alloggiati in caserma, i 147 vigili del fuoco coprono 150 turni di 24 ore all’anno

La sua ambizione? Diventare sergente

Ad appena 1 ora e 30 da Escragnolles, l’amante della natura, della montagna e dello sci non perde mai occasione per ricaricarsi nell’entroterra di Grasse, che ama particolarmente. “Mi piace ricaricare le batterie nell’entroterra, respirare aria pulita”, per poi tornare più forte di prima, pronto a servire il Principato.

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Alloggiato negli appartamenti della caserma della Condamine, “JA”, come lo chiamano i suoi colleghi, è di guardia quindici giorni al mese, con turni della durata di 24 ore. Abilitato a manovrare i diversi attrezzi presenti nella caserma della Condamine, il ragazzo, che vorrebbe un giorno diventare sergente, vive della sua passione, mostrando una visibile emozione quando parla del suo mestiere, a volte tutt’altro che semplice.

Quando la gente ci chiama è perché non può fare altrimenti. Condividiamo con loro questa sofferenza.

“Alcuni interventi sono più commoventi di altri. Quando la gente ci chiama è perché non può fare altrimenti. Condividiamo con loro questa sofferenza. Ma siamo preparati a questo genere di situazioni”. D’altronde, è fin dalla nascita che Jean-Antoine Odasso ha imparato come esercitare questo mestiere con passione e a compiere la sua missione, quella di salvare il prossimo.

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