Monaco attraverso le vostre immagini e testimonianze
In occasione di questo reportage fotografico, quattro abitanti di Monaco e dintorni hanno condiviso con noi un momento prezioso della loro storia familiare. Sono istanti che queste donne non hanno vissuto personalmente ma che sono rimasti impressi nero su bianco nei loro album, tramandati dai genitori o dai nonni. Anche queste immagini fanno parte della storia di Monaco e permettono di riscoprire il Principato, un secolo fa.
“Mi si stringe il cuore ogni volta che osservo i cambiamenti delle vie del Principato, ma bisogna stare al passo con i tempi”, confida Christine Prevosto-Mallet, 54 anni, nata a Monaco. Nella foto si possono vedere suo padre, ancora bambino, e sua nonna che, nel 1932, posano davanti all’Hôtel des Négociants, il loro esercizio situato in avenue Prince Pierre “o avenue de la Gare”.
“Ancora oggi, d’estate, utilizzo due paia di lenzuola di questo vecchio hotel che la mia famiglia aveva conservato”, racconta con un sorriso Christine Prevosto-Mallet. Oggi l’hotel non esiste più e l’edifico ospita uno spazio per appassionati di yoga.
“Nel secolo scorso, venivano organizzate al Port Hercule, a Monaco, delle corse con cavallini, un evento familiare molto significativo per la generazione dei miei genitori”, spiega Géraldine Gallo Motillon, monegasca dalla nascita. “In questa prima fotografia in bianco e nero, si vede mio padre Georges Gallo che assiste alla competizione”.
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“A giugno del 1961, mia madre, Sylvie, ancora piccolina, ha visitato il Giardino Esotico di Monaco con i suoi genitori in occasione delle loro vacanze in Costa Azzurra” racconta Sandy, 31 anni, che ha posato davanti ai cactus dei Giardini Saint-Martin “per celebrare il 60° anniversario da questa fotografia”. “Mia madre e i miei nonni erano scesi da Parigi con una 4CV. Una ventina d’anni dopo, mia madre si è trasferita finalmente nelle Alpi Marittime!”
“Dante Agliardi, il mio bisnonno, ha scolpito alcune delle colonne del Museo Oceanografico di Monaco”, spiega Muriel Agliardi, monegasca, mostrando questa fotografia scattata il 15 agosto 1902. “Ciò che mi colpisce maggiormente è vedere le dimensioni del mio antenato rispetto a quelle del blocco scolpito che decora la parte alta della colonna!”. Poi la discendente dello scultore aggiunge: “la pittura, lavorare la pietra, sono arti che mi appassionano, deve far parte del mio DNA!”
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