Intervista

Jean-Luc Noaro, benvenuti a bordo di uno dei 95 taxi del Principato

Romain Boisaubert/Monaco-Tribune

Da 3 anni, Jean-Luc Noaro è uno dei 95 tassisti del Principato, membro dell’Associazione dei Taxi di Monaco. Padre di famiglia di 44 anni, Jean-Luc è soddisfatto di questa nuova vita, dopo una prima carriera nel mondo della finanza e un’altra nel mondo della vita notturna.

La crisi bancaria e finanziaria del 2008 ha mietuto diverse vittime. Jean-Luc Noaro è una di queste. “In quel periodo, nessuna banca assumeva”, racconta l’ex assistente alla direzione di banca a Monaco, ma anche in Belgio e in Svizzera. “Ho perso il posto. Mi sono dovuto reinventare”. Così, l’oggi tassista del Principato, è obbligato a fare il suo primo cambio di rotta.

Pubblicità

Volevo una nuova sfida. Un giorno, qualcuno mi ha detto che c’era una licenza in vendita.

Il mondo della notte gli apre allora le sue porte. “Ho avuto l’occasione di entrare al Sun Casino di Monaco”, ricorda lasciandosi sfuggire un sorriso. Un aneddoto divertente, visto che quella che era nata come esperienza estiva si è trasformata in un contratto a tempo indeterminato di quasi 8 anni. “Anche mio padre ci ha lavorato. Ho pensato di guardare il rovescio della medaglia. E poi l’esperienza mi è piaciuta”.

>> LEGGI ANCHE: Jean-Antoine Odasso, pompiere di Monaco con un destino scritto nei geni

E come in tutte le storie più belle, anche se intense, la stanchezza ha finito per prendere il sopravvento. “Volevo una nuova sfida. Un giorno, qualcuno mi ha detto che c’era una licenza* in vendita. L’ho vista come un’opportunità per poter fare quello per cui avevo studiato”. Fare l’imprenditore e gestire la sua società, è questo il sogno che vuole realizzare nei prossimi 3 anni l’ex studente della SKEMA Business School di Sophia Antipolis.

Tassista, una professione impegnativa

Una volta acquistata la licenza, Jean-Luc Noaro ha preso i suoi risparmi e li ha investiti in un SUV nuovo di zecca. Nel 2018 comincia l’avventura. “La libertà nel gestire l’orario di lavoro non ha prezzo”, racconta l’appassionato di chitarra e jujitsu brasiliano. “Ma per fare il tassista bisogna lavorare diverse ore. In media, all’anno lavoro dieci ore al giorno, sei giorni su sette”.

Tra di noi non c’è concorrenza. C’è un bell’ambiente. Siamo dei liberi professionisti che lavorano insieme.

In tempi normali, quando la pandemia non limitava il turismo, d’estate i tassisti monegaschi lavoravano a ritmi sostenuti. Bisogna quindi lavorare in squadra. “Alcuni preferiscono lavorare la notte, altri la mattina presto. Ci ritroviamo tutti all’arrivo. Tra di noi non c’è concorrenza. C’è un bell’ambiente. Siamo dei liberi professionisti che lavorano insieme. La cosa più importante è che il servizio sia il migliore possibile, per soddisfare i clienti”.

>> LEGGI ANCHE: Romain Goiran: l’arte di sapersi rialzare

In una professione in continua evoluzione, messa a rischio in diversi paesi dalla concorrenza di Uber (che a Monaco è stato vietato), i 70 tassisti dell’Associazione dei Taxi di Monaco si è attivata per creare un’applicazione innovativa e stare al passo coi tempi.

La rivoluzione dei taxi è iniziata

“Il principio è quello di incentivare le persone a usufruire del servizio in modo diverso, senza che il lavoro del tassista cambi del tutto. Quando dobbiamo fare una corsa, dobbiamo sapere dove troveremo le persone e dove le dobbiamo lasciare. Il modo in cui veniamo chiamati non ha importanza per noi. Ma il modo in cui il cliente prenota il taxi è fondamentale”.

Una volta, alcuni (minorenni) volevano andare a fare skate a Roquebrune-Cap-Martin. Ho preferito chiamare i genitori per essere sicuro.

Il limite di questo genere di applicazioni? “Quando i clienti sono minorenni”, spiega Jean-Luc Noaro. “Trasportarli senza un messaggio da parte dei genitori può essere un problema. Una volta, alcuni volevano andare a fare skate a Roquebrune. Ho preferito chiamare i genitori per essere sicuro. L’idea quindi è che i genitori abbiamo un account separato per pagare le corse dei loro figli, ricevendo una notifica quando i figli chiamano un taxi”.

>> LEGGI ANCHE: Stéphane Meoli: un protagonista della sicurezza stradale monegasca

Una piccola rivoluzione monegasca che potrebbe vedere la luce nei prossimi mesi. Completamente dedito al suo mestiere, “una passione” come gli piace definirla, Jean-Luc Noaro mira a  modernizzare una delle professioni più antiche che ci siano. Una vita al volante che non cambierebbe per niente al mondo.

*Per diventare tassisti a Monaco, i non monegaschi devono acquistare una delle 40 licenze disponibili. Spesso, le licenze sono in vendita per pensionamento o cambio di attività. I monegaschi, invece, possono presentare la documentazione necessaria per ottenere la licenza al Governo.