Un tempo era l’enfant terrible della scena gastronomica del Principato, ma lo Stars’N’Bars non ha mai smesso di andare controcorrente fin dalla sua apertura a Port Hercule nel luglio del 1993. I soci, Didier Rubiolo e Kate Powers, sono sempre stati dei pionieri negli ultimi tre decenni di storia: dalla musica dal vivo degli anni ’90 ai menu rispettosi dell’ambiente di oggi.
Ci incontriamo sulla terrazza dello Stars’N’Bars da cui si gode di una vista mozzafiato su Monaco. Non passa molto tempo prima che Didier Rubiolo, chef e co-proprietario dello Stars’N’Bars, inizi a raccontare una miriade di aneddoti. “Quando è venuto Prince a suonare, i camion hanno scaricato montagne di attrezzatura come se dovesse tenere un concerto di fronte a 20.000 persone“. Racconta anche di Billy Paul. “Finiva a Nizza a mezzanotte e poi veniva a Monaco. Suonava anche alle 3 del mattino senza fermarsi fino alla mattina seguente. Mi ha fatto fare le ore piccole diverse volte.”
Temevamo un po’ di essere snobbati perché eravamo molto diversi. Si trattava sempre di capire se i clienti europei fossero pronti.
A quell’epoca, i clienti monegaschi non sapevano nemmeno cosa fossero le fajitas.
Kate Powers e Didier Rublio hanno iniziato la loro avventura aprendo il primo locale, Le Texan, alla fine degli anni ’80. Allora era il secondo ristorante d’Europa a servire menu Tex-Mex. “Era un’idea un po’ folle. Non riuscivamo nemmeno a trovare i prodotti giusti in Europa. C’era questa azienda a Bordeaux, se non erro, che importava tortillas e altri prodotti di base, ma era tutto molto complicato“ ricorda Didier. “A quell’epoca, i clienti monegaschi non sapevano nemmeno cosa fossero le fajitas.”
Stars’N’Bars: da sempre un precursore
“All’epoca, nessuno l’aveva mai fatto“. Ecco la frase che torna come un ritornello nelle storie di Didier Rubiolo. Nessuno aveva mai aperto un ristorante messicano a Monaco, un paese dove i locali francesi e italiani andavano per la maggiore; nessuno aveva mai aperto uno sport-bar sul Mediterraneo; nessuno aveva mai installato trenta televisori in un ristorante del Principato. “Temevamo un po’ di essere snobbati perché eravamo molto diversi“, ammette Didier, nato in Provenza, quando ripensa all’apertura dello Stars’N’Bars, il suo progetto più famoso realizzato con Kate.
L’idea dello Stars’N’Bars è opera di Kate Powers, di origine americana. “Non l’avrei mai fatto senza di lei” ammette Didier, aggiungendo di non aver mai sottovalutato il rischio di importare il concetto di sport-bar in Europa. “Si trattava sempre di capire se i clienti europei fossero pronti. Non si erano mai visti bambini correre in un ristorante in Francia.”
Sto perdendo soldi, ma non posso più giustificare la collaborazione con società di questo tipo. Credo che il mondo non si renda ancora conto di dove stiamo andando.
Una rivoluzione sostenibile
“Amo la creatività del mio lavoro” ci ha poi confidato Didier. “Mi piace che il settore della ristorazione sia in perenne mutamento”. Nei suoi 28 anni storia, lo Stars’N’Bars ha attraversato diverse rivoluzioni. I tempi della musica dal vivo sono ormai storia passata e anche il menu è ben diverso da quello che veniva proposto nel 1993.
Il ristorante ha iniziato ad essere sostenibile nei primi anni duemila. All’epoca, la coppia viveva su una barca a vela. “Abbiamo cominciato a prestare la nostra barca alle ONG che seguivano i cetacei nel Mediterraneo. Ci spiegavano l’impatto delle attività umane sugli animali, dall’inquinamento acustico a quello dovuto al petrolio. È stata un’esperienza straordinaria”, ricorda Didier.
Non possiamo più giustificare un menu molto lungo, né sostenere le grandi multinazionali.
Lotta allo spreco nel settore gastronomico
La terrazza con vista sul porto dello Stars’N’Bars è ora circondata da un orto di 120 metri quadrati e il ristorante è stato il primo locale di Monaco a dire no alle cannucce di plastica, all’acqua in bottiglia e ai contenitori non biodegradabili. Il 100% dell’elettricità proviene da fonti di energia rinnovabile e il ristorante ha anche collaborato con il governo di Monaco organizzando iniziative per sensibilizzare i bambini alla sostenibilità nelle scuole di Monaco.
Chiedo 20 forme di formaggio e ne ricevo 10, oppure niente fragole se non è stagione. È così che funziona.
“Ad un certo punto, ci siamo resi conto che dovevamo diventare più responsabili nei confronti dell’ambiente. Non ci potevamo permettere di sprecare acqua, sostanze chimiche, imballaggi…” Ora il ristorante offre un menu Tex-mex solo una volta a settimana, usando prodotti provenienti dall’Europa. Il menu è sostenibile e con prodotti di locali per quanto possibile. “Non possiamo più giustificare un menu molto lungo, né sostenere le grandi multinazionali.”
La transizione ha portato a sciogliere alcuni legami del passato: Didier, ad esempio, ha interrotto la sua parternship con Nespresso a causa di ragioni ambientali. Ora il ristorante usa il caffè di una torrefazione monegasca. “Sto perdendo soldi”, ammette, “ma non posso più giustificare la collaborazione con società di questo tipo. Credo che il mondo non si renda ancora conto di dove stiamo andando”.
Didier Rubiolo ammette anche che sposare la causa della sostenibilità nel settore della ristorazione non è una passeggiata. “Chiedo 20 forme di formaggio e ne ricevo 10, oppure niente fragole se non è stagione. È così che funziona. Abbiamo perso dei clienti, ma ne abbiamo guadagnati altri. A volte ci troviamo senza scorte, ma non importa. Ci adattiamo.”
Sono ormai 28 anni che lo Stars’N’Bars accoglie clienti a Monaco: una bella impresa in un paese in cui il tempo scorre alla velocità di una delle sue famose biposto. Non ci sono dubbi per Didier Rubiolo: la chiave del successo del ristorante è la sua partnership trentennale con Kate Powers. “Alla fine ci siamo separati, ma siamo rimasti uniti. Siamo stati insieme per trent’anni, 24 ore su 24. È la mia anima gemella. Quando si condivide una visione con qualcuno, si possono fare cose straordinarie.”