Analisi

Nave incagliata nel porto di Fontvieille: qual è l’impatto ambientale?

quartiere-di-fontvieille-monaco
Alizée Mosconi / Porto di Fontvieille

Sul fondale del porto di Fontvieille giacciono i resti di una nave rimasta incagliata. Olivier Lavagna, Direttore generale dei porti di Monaco, spiega quali azioni sono state intrapresa per limitare i danni.

“È la prima volta che in uno dei porti di Monaco si incaglia una barca di queste dimensioni”, ha dichiarato Olivier Lavagna. In effetti, nella notte tra il 31 ottobre e il 1° novembre, la Società di gestione portuale di Monaco (SEPM) si è ritrovata a dover affrontare un problema inaspettato. Durante il tradizionale controllo mattutino delle imbarcazioni, della “Vieux Crabe”, una nave lunga 16 metri, non c’era neanche l’ombra.

Pubblicità

Non vogliamo smantellarla sott’acqua

L’inquinamento di superficie è stato subito messo sotto controllo

Quando il team della SEPM nota l’acqua iridescente, chiaro segno d’inquinamento marino, realizza subito che la barca era affondata durante la notte. Barriere assorbenti, disperdenti ecologici, agitazione della superficie, galleggianti di protezione…

Sono tutte le azioni intraprese per far in modo che gli idrocarburi non inquinassero il mare. “I nostri dipartimenti hanno collaborato al meglio, lo Stato, i fornitori di servizi e gli esperti venuti da lontano”, afferma Olivier Lavagna.

Tuttavia, non è stato possibile sollevare la nave nell’immediato e il relitto si trova ancora a 8 metri di profondità. Il nostro primo obiettivo è stato quello di mettere in sicurezza la barca svuotando il serbatoio del gasolio rimasto”, spiega il direttore generale. “Non vogliamo smantellarla sott’acqua, perché questo tipo di operazione porta inevitabilmente all’inquinamento”.

“Le Vieux Crabe” dovrà aspettare ancora un po’ sul fondo del mare prima che una chiatta possa riportarlo in superficie, almeno fino a quando la compagnia di assicurazione non troverà una soluzione.

Il porto di Fontvieille accoglie fino a 275 barche con un pescaggio massimo di 3 metri © Monaco Tribune

Ecologia: i porti di Monaco “molto ben classificati”

Per fortuna, tre giorni prima del disastro della “Vieux Crabe”, le squadre della SEPM avevano effettuato un’esercitazione di risposta a un evento simile. “Questo tipo di simulazione serve a sviluppare i riflessi, a testare le attrezzature…” spiega Olivier Lavagna.

C’è da dire, inoltre, che il Porto Hercule e il Porto di Fontvieille hanno ottenuto la certificazione “Ports Propres Actifs en Biodiversité” alla fine dello scorso anno. Un premio che rappresenta l’adesione a una carta di valori e di azioni concrete intraprese per proteggere l’ambiente e la biodiversità marina. Un esempio? Le bio-capanne installate sott’acqua che fungono da vivaio per i pesci.

Il 12 novembre scorso, in piena “crisi”, è stato effettuato un controllo indipendente al porto di Fontvieille. “L’organismo della certificazione “Ports Propres” si è congratulato con noi per come abbiamo gestito la situazione”, afferma soddisfatto Olivier Lavagna. “Ecco perché i porti di Monaco sono classificati molto bene, rispetto ad altri, in termini di protezione dell’ambiente e di prevenzione dell’inquinamento”.

Cosa riserva il futuro? La SEPM continua ad agire in favore della sostenibilità, sensibilizzando i proprietari delle barche e continuando a far crescere l’area portuale. Per esempio, sono previsti lavori per espandere l’area in cui le barche possono collegarsi alla corrente elettrica. “Se è la banchina a fornire l’elettricità, le imbarcazioni non hanno più bisogno di usare i loro generatori”, spiega l’amministratore delegato di SEPM.

Quando si tratta di ecologia, si vince sempre su tutti i fronti!

>> LEGGI ANCHE: Intervista ad Aleco Keusseoglou, presidente della Società di gestione portuale di Monaco