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L’Impianto di trattamento delle acque reflue aumenta la capienza per salvaguardare il Mediterraneo

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Direzione della Comunicazione / Michael Alesi

Il Principe Alberto II si è recato presso i nuovi impianti del depuratore.

Le iniziative per la salvaguardia del Mediterraneo continuano. Grazie ai lavori iniziati nel 2018, l’Impianto di trattamento delle acque reflue (UTER), situato sotto l’edificio Le Triton, ha aumentato la sua capacità del 30% grazie a un ampliamento della superficie. Questa è quasi raddoppiata e il merito va anche alla società SMEaux.

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Céline Caron-Dagioni, Consigliere di Governo – Ministra dell’attrezzatura, dell’ambiente e dell’urbanistica, ha dichiarato ai microfoni di Monaco Info: “Oggi, il 99% di quello che scarichiamo viene trattato, è una quantità enorme! Vantiamo tassi che superano del 40% le normative europee. Continuiamo sulla scia della volontà del Sovrano di salvare il nostro futuro, giocare d’anticipo e dotarci dei mezzi necessari per poter gestire il nostro impatto sull’ambiente”.

Questo impianto, in servizio dal 1990, è il primo al mondo costruito sottoterra, in modo da isolare qualsiasi odore o rumore. Lo stabilimento tratta le acque reflue del Principato, ma anche quelle di Bausoleil e di una parte di La Turbie e di Cap d’Ail, che vengono poi scaricate a 800 metri dalla costa monegasca e a 100 metri di profondità.

Secondo il comunicato del Governo del Principe, il Principe Alberto II “ha espresso la sua soddisfazione nel notare che Monaco impone standard sempre più elevati quando si tratta di salvaguardare le sue risorse e la biodiversità”.