Scopriamo insieme il Venturi Antartica, il primo veicolo elettrico per l’esplorazione polare
Al servizio della stazione antartica Princess Elisabeth Antarctica dallo scorso 10 dicembre, il veicolo elettrico cingolato di Venturi è il mezzo di trasporto ecosostenibile ideale per i ricercatori della base belga a zero emissioni. Una vera chicca tecnologica che Monaco Tribune ha il piacere di svelarvi insieme a Louis Marie Blondel, ideatore del veicolo, e Franck Baldet, direttore tecnico.
La nascita del progetto
L’idea nasce nel 2009, a seguito di un’iniziativa del Principe Alberto II. Dopo aver fatto il giro delle stazioni dell’Antartide, il Sovrano ha confidato a Gildo Pastor di voler costruire un veicolo 100% elettrico da inviare sul posto. Il messaggio è stato ricevuto forte e chiaro e Louis Marie Blondel assume la direzione del progetto. “Lavoriamo a questo veicolo dal 2010”, precisa. Erano infatti già stati lanciati due prototipi e Venturi Antarctica è la terza generazione del mezzo di trasporto elettrico cingolato.
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“Il secondo prototipo è stato utilizzato per una missione in Canada con il Principe Alberto II. Da allora, abbiamo lavorato sulla batteria, sul motore, ma anche e soprattutto sulla gestione del calore del veicolo. Quando andiamo a sciare, ci rendiamo subito conto che la batteria dei nostri cellulari si scarica molto velocemente. Vale lo stesso per le batterie del Venturi”. È chiaro che con le temperature dell’Antartide che possono raggiungere i -40 gradi, la gestione del calore diventa particolarmente importante.
“Abbiamo anche fatto in modo che fosse il più funzionale possibile, in modo che tutti i pezzi potessero essere cambiati direttamente sul posto. Per questo lo abbiamo dotato di un telaio tubolare in acciaio. Per rendere il veicolo più leggero e robusto possibile”. Il sistema di trazione cingolato, che solitamente consuma parecchia energia, è stato ottimizzato nei minimi particolari in collaborazione con Michelin, in modo da abbattere al massimo i consumi. Oggi l’Antarctica ha un autonomia media di 50 km.
Le prime missioni
Gildo Pastor, Franck Baldet, Louis Marie Blondel e la loro squadra hanno passato circa 15 giorni alla stazione per collaudare il Venturi Antarctica sul posto. “Ci aspettavamo vaste distese pianeggianti, ma in realtà ci sono montagne che arrivano fino a 3.000 m”, racconta sorridendo Franck Baldet. “È natura allo stato puro, senza l’ombra di una costruzione. Le temperature oscillano da 0 a -15 gradi. Era estate nell’emisfero australe, quindi non faceva mai buio”.
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Tra le principali missioni assegnate all’Antarctica c’è quella di portare gli scienziati sul posto, soprattutto per prendere le misure della neve e analizzare lo scioglimento dei ghiacci. “È un mezzo di trasporto molto più confortevole rispetto a una motoslitta”. Ma non è tutto, il veicolo Venturi semplifica anche altre misurazioni.
“Gli scienziati sul posto misurano il tasso di particelle nell’aria per avere un’indicazione sull’inquinamento”, spiega Franck Baldet. “Ci si rende conto che l’inquinamento del pianeta è veramente un fatto globale, visto che arriva fino in Antartide, una zona che non dovrebbe essere coinvolta”. Gli altri utilizzi possibili del Venturi Antarctica? Il soccorso. “Le crepe sono spesso ricoperte da ponti di neve e c’è il rischio di cadere. Il veicolo permette inoltre di trasportare i feriti tenendoli al caldo”.
Una mezzo di trasporto semplice da utilizzare che è stato testato da tutti sul posto e che è già diventato indispensabile.