Guerra in Ucraina. Come hanno reagito i club monegaschi?
L’AS Monaco e il Roca Team hanno voluto rispondere al conflitto tra Russia e Ucraina.
Entrambe proprietà di presidenti russi, l’AS Monaco e l’AS Monaco Basket sono al centro dell’attualità dall’inizio dell’invasione dell’armata russa in Ucraina del 23 febbraio.
Presidente del club da gennaio, il russo Alexei Fedorychev ha preso il posto dell’ucraino Sergey Dyadechko dopo dieci anni di presidenza, che hanno dato struttura alla squadra portandola fin sul tetto d’Europa. Entrambi erano presenti alla vittoria del Monaco contro il Fenerbahçe (92-78) in Euroleague.
I due non si sono ancora espressi ufficialmente, ma l’ex giocatore e attuale assistente allenatore del Roca Team, Sergiy Gladyr, ha mostrato la scritta “Stop War” sul suo tabellone strategico durante l’ultima partita di Euroleague.
In un’intervista concessa al giornale spagnolo Marca, Sergiy Gladyr ha dichiarato di essere “preoccupato“ e “spaventato” per la guerra. “Non so ancora che decisione prendere”, ha dichiarato, visto che una parte della sua famiglia si trova nel sud dell’Ucraina. “Mia moglie e i miei due figli sono in Francia, è molto complicato. Spero che questa situazione posso risolversi presto”.
Con un patrimonio personale stimato a 1 miliardo di dollari, Alexei Fedorychev (66 anni) è il fondatore di Fedcom, leader mondiale nel commercio di zolfo e fertilizzanti. L’azienda è più che nota nel Principato perché per quasi 25 anni è stata lo sponsor ufficiale dell’AS Monaco sulle maglie dei calciatori.
Da giugno 2021, Alexei Fedorychev ha smesso di sponsorizzare l’ASM, eccetto per le maglie indossate questa stagione in Coppa Europa, per dedicarsi all’AS Monaco Basket. Con il 100° patrimonio più cospicuo della Russia, l’imprenditore ha acquistato quasi la metà delle quote della sezione basket, diventandone così il presidente. Sergey Dyadechko, invece, è rimasto il suo vice.
Per quanto riguarda l’AS Monaco, il calcio d’inizio dell’incontro di Ligue 1 con lo Stade Reims è stato leggermente posticipato per protestare contro “le azioni belliche” della Russia in Ucraina. L’iniziativa è stata del presidente dello Stade Reims, Jean-Pierre Caillot, sostenitore di questo momento “simbolico”. Previsto per le 13:00, il calcio d’inizio è stato dato alle 13:05.
“Nonostante il rispetto che nutro nei confronti del Monaco e dei suoi dirigenti, mi è sembrato doveroso mostrare in modo simbolico che fossimo in totale disaccordo con gli atti bellici portati avanti dalla Russia”, ha spiegato il presidente dello Stade Reims ai microfoni di Prime Video prima dell’incontro. Interpellato sulla questione nella conferenza stampa post partita, l’allenatore dell’ASM, Philippe Clement, ha assicurato che non c’è “nessuno in tutto il club a favore della guerra”.
Anche il vicepresidente/direttore generale della squadra, Oleg Petrov, ha voluto rilasciare la sua dichiarazione: “È una situazione chiaramente difficile e molto dolorosa, che seguiamo da vicino. In quanto dirigente di una squadra di calcio, il terreno di confronto migliore che mi viene in mente è il campo sportivo. Spero che la pace possa arrivare il prima possibile”.
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Oleg Petrov era presente all’incontro a fianco del Principe Alberto II e dei suoi figli, oltre ad Ekaterina Sartori Rybolovleva, figlia del presidente dell’AS Monaco, e Juan Sartori, suo genero, nominato vicepresidente dell’ASM a novembre.
Secondo quanto riportato dal giornale L’Equipe, Dmitri Rybolovlev non è mai stato a favore di Vladimir Putin. Lo dimostra il fatto che il presidente dell’AS Monaco dal 2011 ha lasciato il suo paese nel 2010, e ha spinto i suoi genitori a fare lo stesso e a seguirlo nel Principato.
Un’informazione confermata dal giornalista Lazar Van Parijs, redattore presso Footballski.fr, un giornale specializzato in calcio nell’Europa dell’est. “Rispetto a Roman Abramovitch (presidente del Chelsea), Dmitri Rybolovlev è tutt’altro che un fan di Vladimir Putin. Ha lasciato la Russia nel 2010, è stato più o meno costretto a vendere. Quando ha lasciato il suo paese, non aveva proprio una fama di santità. È stato in quel momento che è arrivato a Monaco con un’enorme quantità di denaro da investire sul posto per acquistare pace e sicurezza”.
Per il momento, il dirigente russo non è stato colpito da alcuna sanzione in Europa. Secondo Lazar Van Parijs, anche se la situazione è chiaramente “molto complessa”, per il momento “non ci sono ragioni sufficienti per prendersela con Dmitri Rybolovlev”.