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Intervista

I mestieri nascosti del Casinò di Monte-Carlo. Jérôme, Maximilien e Sébastien: i maestri del gioco

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Da sinistra a destra: Jérôme Lavagna, Maximilien Agliardi e Sébastien Vimercarti - © Monte-Carlo SBM

In questa serie di articoli, Monaco Tribune e la Société des Bains de Mer (SBM) di Monte-Carlo vi invitano a scoprire i lavori più insospettabili del Casinò di Monte-Carlo.

Con splendidi abiti neri e impreziositi da un delicato papillon, Jérôme Lavagna, Maximilien Agliardi e Sébastien Vimercati si trovano perfettamente a loro agio. Ed è proprio attorno a un tavolo da gioco che questi tre Chef de table del Casinò di Monte-Carlo rispondono alle nostre domande.

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Assegnati rispettivamente al baccarà, ai giochi americani e ai giochi europei, tutti e tre lavorano come dei veri direttori d’orchestra. Ogni sera supervisionano i tavoli e si assicurano che il gioco si svolga senza alcun intoppo, sia per i clienti che per i croupier, che sono sotto la loro supervisione.

Si tratta di un compito a dir poco complesso che richiede un alto livello di concentrazione. Una concentrazione che può essere difficile da mantenere, viste le ore piccole e l’atmosfera eccitante del Casinò. Sembrerebbe però che tutti e tre avessero il gioco nel sangue.

L’anno prossimo questo posto compirà 160 anni

Sébastien Vimercati

Formatisi alla Scuola di gioco della SBM, Jérôme, Maximilien e Sébastien hanno scoperto questo settore grazie alle loro famiglie. “Mio padre lavorava alla roulette europea”, racconta Sébastien,”così anche io volevo fare lo stesso.

Più orientato verso i giochi di carte, Jérôme ha scelto di specializzarsi nel baccarà, e più precisamente nel Punto Banco. Maximilien, invece, si è dedicato ai giochi americani, ovvero blackjack, poker, roulette inglese e dadi: “il gioco che preferisco, sia per lavorare che da sorvegliare”.

Lavorare e sorvegliare. Questo è tutto quello che possono fare i tre monegaschi, visto che non gli è consentito giocare al Casinò. Capita però che si lascino tentare dal gioco di tanto in tanto: “Ho sempre questa curiosità”, confida Maximilien. “Ogni volta che viaggio, se c’è un casinò in zona ci vado sempre, perché mi piace scoprirne l’atmosfera. In tutti i casinò c’è un’atmosfera speciale. È proprio una passione”.

Un luogo di lavoro eccezionale

I tre professionisti sono d’accordo: tra tutti i casinò del mondo, quello di Monte-Carlo rimane decisamente il più bello. “Guarda questo posto. L’anno prossimo compirà 160 anni”, esclama Sébastien.”Alcuni lo paragonano a un museo, tanto è carico di storia. Quando vedi le vecchie targhe, le vecchie foto del casinò… Riesci a immaginare le persone che sono passate di qui: quelle che si vedono nei vecchi film americani, della Belle Epoque! (…) Questi salotti sono apparsi in tanti film, come James Bond”.

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Le riprese del film Coco (2008) – © Monte-Carlo SBM

Ed è proprio questo contesto privilegiato a motivare gli animi delle truppe. Perché lavorare in un casinò comporta chiaramente alcune costrizioni. “È un lavoro notturno. Non è una cosa comune e non è sempre facile. Bisogna anche saper gestire lo stress dei clienti”, racconta Sébastien.

“Lavoriamo quando la gente non lavora: di notte, nei fine settimana, durante il Gran Premio, a Natale e Capodanno, in estate… Bisogna essere persone serie e avere uno stile di vita sano per trovare un equilibrio in famiglia”, commenta Maximilien.

Il mondo del gioco è una vera famiglia!

Jérôme Lavagna, Maximilien Agliardi e Sébastien Vimercati

Uno stile di vita sano è necessario anche per rimanere concentrati e seri al tavolo: due qualità indispensabili del lavoro, secondo i tre croupier. “Il minimo errore può scatenare nel cliente una serie di emozioni. C’è in gioco il suo denaro, non importa quale sia la somma. Bisogna quindi ridurre gli errori al minimo e non è una cosa facile”, precisa Jérôme.

“Più la notte avanza, più siamo stanchi, più il cliente è stanco e più la tensione sale, anche per un dettaglio. Non è una cosa che ci insegnano a scuola, ma si impara sul lavoro”, confermano i suoi colleghi.

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Il 12 agosto 1976 viene introdotto il Punto Banco al Casinò di Monte-Carlo. Jean-Pierre Devissi (in giacca bianca), ispettore di gioco, effettua una dimostrazione di Punto-Banco – © Monte-Carlo SBM

Grandi celebrità ai tavoli da gioco

È estremamente importante evitare errori, ancora di più perché il Casinò di Monte-Carlo accoglie spesso ospiti prestigiosi. Quali? Non ci è dato da sapere. “Ne accogliamo molti, ma siamo tenuti al segreto”, sorride Sébastien. “Ci sono attori del cinema, grandi sportivi, uomini d’affari, politici… che a volte giocano cifre astronomiche!”

E per mantenere viva la nostra curiosità, Jérôme aggiunge: “Potremmo raccontare un aneddoto al giorno. Ma la cosa più sorprendente è vedere come alcune di queste celebrità siano totalmente diverse dalla loro immagine pubblica quando sono al tavolo da gioco”, scherza.

Famosi o meno, i clienti del Casinò possono talvolta comportarsi in modo inaspettato, persino divertente, come racconta Maximilien: abbiamo visto clienti che vincono correre intorno al tavolo, salire in piedi sulla sedia o cantarea cappella”.

“E al contrario, un cliente che perde può avere un umore terribile“, aggiunge Sébastien, anche se è pur sempre un gioco. È un intrattenimento: non si viene al casinò per vincere!”

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La Salle Médecin – © Monte-Carlo SBM

Nonostante queste piccole costrizioni, Jérôme, Maximilien e Sébastien amano profondamente il loro lavoro. E da veri appassionati, ciò che apprezzano di più è tramandare la tradizione. “Alcuni giochi stanno diventando sempre più rari e noi li manteniamo in vita”, afferma Sébastien.

Come sottolinea Maximilien, i croupier sono sempre stati formati dai loro colleghi. Le scuole di gioco sono state create per sostenere la necessità di introdurre sempre nuovi croupier. Oltre a questo, c’è un continuo passaggio di sapere: “lo chiamiamo ‘rubare il mestiere’. Impariamo dai più anziani, ci danno consigli, ci trasmettono sempre qualcosa in più che non si impara a scuola. Il nostro ruolo è ora quello di trasmettere le nostre conoscenze ai nuovi croupier. Sono 150 anni che la gente fa quello che facciamo noi, portiamo avanti una tradizione”.

La tradizione e la trasmissione sono quindi parte integrante di questa insolita professione. Una professione che ha fatto nascere una bella amicizia e un rapporto di fiducia tra i tre colleghi che concludono all’unanimità: “il mondo del gioco è una vera e propria famiglia”.