5 dati per capire il mercato del lavoro a Monaco
Il 14 aprile, l’IMSEE ha pubblicato un rapporto di quaranta pagine sull’occupazione a Monaco. Vediamo insieme cinque delle statistiche presentate.
Lo studio dell’Istituto Monegasco di Statistica e Studi Economici (IMSEE) parte da una constatazione rara: il numero di persone che lavorano nel Principato è quasi il doppio di quello dei residenti… Monaco: terra di occupazione.
1. 14.000 posti di lavoro creati in 10 anni
L’occupazione complessiva nel Principato è aumentata del 24,6% dal 2013. Questo vuol dire che nell’arco di 10 anni sono stati creati oltre 14.000 posti di lavoro. Nel settore privato, Monaco conta 8.873 dipendenti in più rispetto a dieci anni fa, ovvero un aumento del 19%. Tra i dodici principali settori di attività che caratterizzano l’economia monegasca, le attività scientifiche e tecniche, e i servizi amministrativi e di supporto contano 3.396 persone in più rispetto a dieci anni fa, ovvero +33,9%. L’edilizia ha registrato la seconda crescita in valore più rilevante con 1.836 dipendenti. Completa il podio il settore dell’informazione e comunicazione, con il 28,0% di personale in più rispetto al 2013.
2. L’89% dei lavoratori non abita a Monaco
La stragrande maggioranza dei lavoratori del settore privato non abita a Monaco. Nel 2022, questa percentuale di pendolari è salita all’89,0%. Circa 8 dipendenti su 10 vivono in Francia, ovvero 43.700 persone. Il 25,5% della popolazione impiegata nel settore privato vive nella capitale della Costa Azzurra, Nizza, ovvero quasi 13.900 lavoratori. Mentone conta il 12,2% dei dipendenti, pari a 6.654 persone, e si piazza al secondo posto, davanti a Monaco (5.987). Seguono i comuni limitrofi di Beausoleil e Roquebrune-Cap-Martin, che contano rispettivamente il 10,6% e il 7,8% della forza lavoro. Ventimiglia, con 2.300 dipendenti, precede gli altri due comuni limitrofi di Cap d’Ail e La Turbie.
3. Quali sono le nazionalità presenti?
Nel 2022 sono state contante 140 nazionalità diverse tra i dipendenti del settore privato. Un numero pari a 128 nel 2013, che è aumentato costantemente nel corso degli anni. Non c’è da sorprendersi se i francesi restano sempre i più numerosi tra i dipendenti del settore privato, con il 61,6% nel 2022, ovvero quasi 34.100 persone. Seguono gli italiani, che rappresentano il 15,4% della forza lavoro, circa 8.500 persone, e poi i portoghesi, i cui 4.000 dipendenti rappresentano il 7,3% degli impiegati. Per quanto riguarda la rappresentanza locale, i dipendenti di nazionalità monegasca, che sono circa 1.000, rappresentano meno del 2% della popolazione, così come i rumeni che sono entrati di recente nella top 5 delle nazionalità dei dipendenti (1,5%). Hanno sostituito per la prima volta i britannici.
4. Sempre più datori di lavoro
Con 6.357 datori di lavoro del settore privato nel 2022 rispetto ai 5.376 del 2013, il numero di aziende che assumono dipendenti è aumentato del 18,2% in dieci anni, pari a 981 datori di lavoro in più. Fatta eccezione per il 2020, che ha visto un calo dell’attività legato all’emergenza sanitaria, il numero di datori di lavoro ha continuato a crescere nel periodo 2013-2022. Nel Principato, solo 38 aziende impiegano 200 o più dipendenti, quelle che ne contano meno di 5 sono 4.792!
5. Il lavoro autonomo è in crescita
Monaco conta 5.767 lavoratori autonomi attivi per 6.185 attività aperte, con un aumento rispettivo del 4,0% e del 3,3% rispetto al 31 dicembre 2021. In media, un lavoratore autonomo occupa 1,07 attività, una cifra rilevata alla fine del 2022.
Ma in quali settori lavorano? Nel commercio all’ingrosso erano quasi mille alla fine del 2022, pari al 15,6% di tutte le attività. Seguono altre attività specializzate e legate alla consulenza gestionale, che rappresentano rispettivamente il 13,5% e il 9,5%. “Poiché la popolazione dei lavoratori autonomi è prevalentemente maschile, la maggior parte delle attività sono più spesso svolte da uomini. Solo il gruppo dei parrucchieri e dei trattamenti estetici appare nettamente femminile, con quasi 8 attività su 10 gestite da donne. Le attività di taxi, come quelle di architettura e ingegneria del controllo, sono invece quasi esclusivamente maschili”, indica lo studio IMSEE. Con il 49% delle attività svolte da uomini, le professioni paramediche rimangono quelle che più si avvicinano alla parità tra i sessi.