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Intervista

Il Principe Alberto II: “Mio padre era più esigente che severo”

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© Facebook Palazzo del Principe di Monaco

Il Sovrano ha condiviso i suoi ricordi più belli in un’intervista.

In occasione del centenario della nascita del Principe Ranieri III, il Principe Alberto II ha rilasciato un’intervista ai nostri colleghi di Hello Monaco.

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Nell’intervista, il Sovrano condivide i suoi ricordi più significativi con il padre. “Ci sono stati i vari eventi in cui l’ho accompagnato, ma ricordo anche i momenti tranquilli in famiglia, quelli di vera intimità. Soprattutto i viaggi in Svizzera per gli sport invernali. Eravamo una famiglia di sciatori. Poi d’estate andavamo tutti insieme in crociera su uno yacht. Mio padre era il capitano. Aveva un mozzo, ma tutti noi lo aiutavamo nel lavoro giornaliero. Io pulivo il ponte. Pensavate che fossimo degli scansafatiche? Assolutamente no!”.

Il Principe Alberto II ha parlato anche dell’eredità lasciatagli dal padre e di come questa abbia influenzato il suo regno. “Quando è succeduto a suo nonno, il Principe Luigi II, il Principato stava appena uscendo dalla Seconda Guerra Mondiale. Monaco, se non addirittura impoverita, si trovava a che fare con una carenza di infrastrutture… Era un Paese piccolo che necessitava di prospettive per il futuro. Mio padre è stato il principale artefice dello sviluppo, della crescita e della diversificazione economica del Principato. Il matrimonio dei miei genitori ha sicuramente contribuito all’apertura di Monaco al mondo. Ma non è stato un percorso senza intoppi. La Francia stava attraversando un periodo di crisi, per non parlare di quella della governance della SBM… Mio padre ha quindi dato al Paese una nuova impostazione. Ha contribuito all’ingresso del Paese nelle Nazioni Unite nel 1993 e nel Consiglio d’Europa nel 2004, che ho personalmente ratificato nel 2005, poco dopo la sua morte”.

Il Sovrano ha anche raccontato che, grazie a suo padre, ha imparato che bisogna prendersi del tempo per poter risolvere un problema. “Bisogna ascoltare tutti i punti di vista, tutte le opinioni, prima di prendere una decisione che la maggior parte delle persone possa considerare oggettiva. (…) Mio padre era un uomo attento ai dettagli”, continua. “Controllava con attenzione i suoi documenti, i suoi progetti…”.

Istruito sui doveri di un principe fin dalla tenera età, il Principe Alberto II ricorda anche il sostegno dei suoi genitori: “La mia famiglia americana mi aveva dato un soprannome. In realtà era un diminutivo, Albie. Hanno smesso di chiamarmi così quando sono diventato un ragazzo, chiaramente. I miei genitori erano sempre presenti. Si prendevano il tempo per ascoltarci. È vero che mi rivolgevo di più a mia madre. Mio padre era un uomo che intimidiva, ma era più esigente che severo. Chi lo conosceva bene dice che a volte poteva essere una persona difficile. In effetti era impulsivo, ma altre volte era quasi timido… L’ho visto a disagio con persone che non conosceva bene, per esempio”.

Hello Monaco ha anche chiesto al Sovrano quale sia stata l’influenza del Principe Ranieri III sul modo in cui sta crescendo i propri figli. “Jacques e Gabriella non sono stati particolarmente turbolenti finora”, ha risposto il Principe Alberto II. “Lascio che sboccino e che si aprano al mondo. Sono molto allegri, curiosi e tranquilli. A me e a Charlène non capita spesso di doverli sgridare”.