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Intervista

Benoîte Rousseau de Sevelinges: “Il sistema sanitario di Monaco è esemplare, ma possiamo fare di meglio”

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Benoîte Rousseau de Sévelinges è il Direttore del CHPG dal 2018. - © Direction de la Communication / Michael Alesi

Direttrice del Centro Ospedaliero Principessa Grace da cinque anni, Benoîte Rousseau de Sevelinges gestisce il personale dell’ospedale, composto da 2.700 persone, e affronta sfide importanti, come quella del nuovo ospedale. Abbiamo fatto due chiacchiere con lei.

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“Non sono qui per caso”. Nel suo ufficio al Centro Ospedaliero Principessa Grace, Benoîte Rousseau de Sevelinges, 41 anni, sorride mentre ricorda il suo incredibile percorso lavorativo che l’ha portata, nel 2018, ad assumere la direzione dell’ospedale.

“Dopo aver fatto la scuola a Monaco, ho studiato legge e poi studi politici al Sciences Po di Bordeaux. Contrariamente a quanto si pensa, non è necessario essere un medico per diventare direttore di un ospedale. La strada maestra è Sciences Po”, spiega.

Sebbene non abbia preso subito in considerazione l’idea di lavorare nel settore medico, l’ambito ospedaliero non le era certo sconosciuto: “Ho tre generazioni di infermieri alle spalle, questo aiuta ad eliminare il timore dell’ambiente ospedaliero. L’ospedale è un settore che conosco bene”.

Incoraggiata da Denis Ravera, all’epoca Consigliere di Governo-Ministro degli Affari Sociali e della Salute, ha proseguito gli studi presso l’Ecole des Hautes Etudes en Santé Publique di Rennes e presso l’Ospedale Universitario Pitié Salpêtrière, prima di tornare in terra monegasca nel 2009 e assumere il ruolo di Direttrice delle Risorse Materiali presso il CHPG.

Gli incarichi si sono susseguiti uno dopo l’altro: l’apertura della residenza A Qietüdine, la ristrutturazione del blocco C dell’edificio Tamaris, la gestione del Centro Rainier III e del DSIO (Dipartimento Sistemi Informativi e Organizzazione) durante l’attacco hacker del 2016… Benoîte Rousseau de Sevelinges ha lavorato a diversi progetti importanti, prima di diventare il braccio destro dell’ex direttore del CHPG, Patrick Bini, che l’ha formata per ricoprire questo ruolo.

“È stato un processo graduale, non era ciò a cui puntavo all’inizio”, afferma. “È una responsabilità enorme: sei responsabile delle azioni delle 2.700 persone che lavorano ogni giorno in ospedale”. Il CHPG, tra l’altro, svolge un ruolo molto particolare, dato che è l’unico ospedale del Principato. Secondo quanto afferma la sua Direttrice, il centro accoglie un pubblico vario ed esigente. “Avevo due grandi vantaggi”, continua. “Conoscevo molto bene il mio staff – e la fiducia aiuta – e conoscevo perfettamente tutte le problematiche da affrontare. Prendere decisioni è quindi più semplice”.

Il nuovo ospedale: un fiore all’occhiello

La sfida più grande della sua carriera? Il nuovo ospedale. Sebbene il progetto sia stato definito nel 2010, la consegna completa è prevista solo per il 2032, con una prima fase nel 2026. “Nel frattempo, saranno passati 22 lunghi anni”, afferma Benoîte Rousseau de Sevelinges. “I lavori sono iniziati nel 2015 e per il momento il personale, i cittadini e i pazienti hanno visto solo il disagio. (…) Il nuovo ospedale è una sfida permanente. Sia tecnica, perché in un cantiere di questa portata ci sono dei rischi e dobbiamo affrontarli; sia organizzativa, perché dovremo aggiornare i nostri processi e rivedere l’organizzazione; sia umana, perché dobbiamo mantenere lo staff in mobilitazione per tutto questo tempo, trovare i contatti giusti, sfruttare le competenze e l’esperienza del personale più anziano e trarre vantaggio dalla visione del personale più giovane, che è quello che poi ci lavorerà”.

Il CHPG sta attraversando una vasta trasformazione che si concluderà nel 2032. L’obiettivo è quello di ampliare e modernizzare lo stabilimento per aumentarne la capacità e permettergli di adattarsi continuamente ai progressi della medicina – © AIA Associés

Un altro elemento di cui la Direttrice e i suoi collaboratori devono tenere conto è l’evoluzione delle cure e delle necessità di assistenza. “Dobbiamo rivedere il programma, perché tra il 2010 e il 2023 c’è stato il Covid, ma non solo! Abbiamo assistito anche alla comparsa di robot chirurgici, sale ibride, riduzione dei tempi di degenza, ecc… (…) È un po’ come una sfera di cristallo: si dice che un ospedale resista dai 50 agli 80 anni. Come sarà la medicina per allora? Cosa si aspetteranno i pazienti? Lavoro al progetto da 13 anni, ho lo storico delle decisioni prese, ma ce ne sono ancora molte da prendere”.

E tra queste decisioni prese in vista del nuovo ospedale c’è il nuovo pronto soccorso, inaugurato lo scorso aprile dal Principe Alberto II, dal Consigliere di Governo-Ministro degli Affari Sociali e della Salute Christophe Robino, dalla Vicepresidente del Consiglio di Amministrazione Caroline Rougaignon Vernin e dal Presidente dell’AS Monaco Dmitri Rybolovlev, che ha finanziato l’intero progetto. “Il signor Rybolovlev ha studiato come medico d’urgenza. Voleva fare una donazione al CHPG. Abbiamo fatto una chiacchierata per capire la sua posizione e gli ho proposto questo progetto”.

Il CHPG dispone ora di un unico pronto soccorso

Il CHPG dispone ora di un unico pronto soccorso ristrutturato – © Mika Alesi/Palazzo del Principe

“Questo è esattamente ciò che spero accada a tutte le organizzazioni. Il vantaggio principale si ha dal punto di vista umano: uniremo due team che si sarebbero potuti sentire isolati. Ora lavoreranno insieme. È un aspetto molto importante quando sei un medico d’urgenza e vedi arrivare un bambino o un adulto con una patologia grave: essere in due, per pensare e per fornire assistenza, è sicuramente rassicurante e permette di lavorare in condizioni migliori. Raggruppando le diverse esigenze, possiamo anche essere aperti 24 ore su 24. Prima, quando le persone arrivavano di notte, c’era un campanello. Oggi invece c’è una persona ed è più rassicurante per i pazienti”, spiega la Direttrice.

Il CHPG ha un nuovo portale digitale

Spero che il nuovo ospedale sia efficiente in termini di organizzazione, ma soprattutto che sia accogliente per i pazienti e per il personale

Un altro vantaggio è che per i pazienti sarà tutto più semplice. “I genitori che arrivavano con i bambini non sapevano se portarli al pronto soccorso pediatrico o in quello per adulti. Non sembra chissacché, ma sono quei dieci minuti che mettono i genitori in uno stato d’ansia e che gli fanno vivere male il momento dell’arrivo, e se mamma e papà sono in ansia lo è anche il bambino. Il rapporto tra il personale sanitario e il paziente era inevitabilmente complicato (…) E poi, nei due reparti, non era fisicamente possibile effettuare i ricoveri in modo riservato, una cosa che poteva essere molto imbarazzante quando si arrivava per un problema intimo. Le sale d’attesa erano troppo piccole, quindi quando il paziente e l’operatore si incontravano si creava già stress e ansia, generati anche solo dagli spazi”, aggiunge.

Grazie a questa riorganizzazione, il nuovo ospedale sarà riprogettato anche per un altro reparto di punta: la sala operatoria, che sarà centralizzata. “Questo richiederà un periodo di adattamento”, spiega la Direttrice. “Il reparto emergenze è già riunito, quindi saremo sicuramente più organizzati, ed è una cosa importante. Il pronto soccorso è la porta d’ingresso, la vetrina dell’ospedale. Il 16-20% dei pazienti che arriva in pronto soccorso viene ricoverato. L’ospedale è a volte l’unico punto di contatto per i turisti, compresi quelli in viaggio d’affari, che potrebbero doversi trasferire a Monaco. Che immagine diamo loro del Paese attraverso i suoi servizi di emergenza? È importante (…) Sono profondamente convinta che non faremo mai soldi con la salute, ma non dobbiamo nemmeno sperperarli: dobbiamo usarli con saggezza. Spero quindi che il nuovo ospedale sia efficiente in termini di organizzazione, ma soprattutto che sia accogliente per i pazienti e per il personale”.

Un’ottima gestione dell’emergenza Covid

Per Benoîte Rousseau de Sevelinges e il suo staff, l’organizzazione è fondamentale. È proprio su questo punto che il direttore del CHPG ha fatto affidamento durante l’emergenza del Covid-19, la cui gestione è tutt’oggi il suo più grande motivo di vanto. “Penso che si possa dire all’unanimità che è stata gestita bene. Sicuramente abbiamo i mezzi, ma la chiave è stata la coordinazione e la cooperazione interna. Ogni decisione che ho preso è stata presa collettivamente con la comunità medica. Tutte le settimane avevamo una o due unità di monitoraggio. Abbiamo riorganizzato la struttura più di cinquanta volte. Ogni settimana ci adattavamo alla situazione sanitaria di quel momento. (…) E i risultati si sono visti: la nostra attività è ripresa più che altrove, abbiamo curato più pazienti che altrove, e non solo di Covid. Siamo riusciti a non interrompere mai il trattamento dei pazienti oncologici, cosa che non è avvenuta ovunque (…) Ne usciamo con una struttura più forte e meglio organizzata rispetto a quella prima della crisi. (…) “.

La Direttrice del CHPG spera quindi di assistere a un ulteriore miglioramento e modernizzazione del sistema sanitario monegasco, in particolare attraverso il rafforzamento dei legami tra l’ospedale e gli ambulatori. “A Monaco abbiamo molte eccellenze. Ma oggi è necessario reinventate la cooperazione tra le diverse strutture. Penso in particolare alle epidemie invernali. Abbiamo un sistema sanitario esemplare e siamo estremamente fortunati, ma dobbiamo poter fare meglio”, afferma.

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Interventi futuri nelle scuole

Benoîte Rousseau de Sevelinges ha anche qualche idea per l’ospedale. Sebbene alcuni progetti restino al momento segreti, uno in particolare diventerà realtà a partire dal prossimo anno scolastico. “Stiamo discutendo con il Dipartimento Nazionale dell’Educazione e con Isabelle Bonnal per intervenire nelle scuole e sensibilizzare su argomenti che ci sembrano importanti. La donazione di sangue, ad esempio. Pochi sanno che la donazione di sangue è fondamentale per la produzione di certi farmaci, tra cui quelli per la chemioterapia. Oppure come riconoscere un ictus: quando è necessario chiamare i soccorsi? Quali sono i segnali che indicano che sta succedendo qualcosa di grave?” ha spiegato.

Vorrei poter dire che tutte le ragazze sopra i 20 anni hanno ricevuto una diagnosi a Monaco

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La Bloodmobile è un’auto specializzata che accompagna gratuitamente i lavoratori del Principato dal loro posto di lavoro al CHPG – © CHPG

La Direttrice spera di arrivare soprattutto alle ragazze: “Le donne ricevono cure più scarse di quelle degli uomini. I medici sono stati formati sulla base dei sintomi maschili e c’è una disuguaglianza sociale e finanziaria tra uomini e donne. Le donne vanno meno dal medico e fanno meno esami diagnostici. Abbiamo iniziato ad affrontare questo problema nel 2020 con la creazione del Pelvic Center. Vorremo raggiungere le più giovani e parlargli del cancro al seno, dell’endometriosi… Vorrei poter dire che tutte le ragazze sopra i 20 anni hanno ricevuto una diagnosi a Monaco. L’obiettivo è che queste giovani donne accedano alle cure senza essere frenate dal pudore o dalla vergogna”.

La sfida più grande della sua carriera? Il nuovo ospedale. Sebbene il progetto sia stato definito nel 2010, la consegna completa è prevista solo per il 2032, con una prima fase nel 2026. “Nel frattempo saranno passati 22 lunghi anni”, afferma Benoîte Rousseau de Sevelinges. “I lavori sono iniziati nel 2015 e per il momento il personale, i cittadini e i pazienti hanno visto solo il disagio. (…) Il nuovo ospedale è una sfida permanente. Sia tecnica, perché in un cantiere di questa portata ci sono dei rischi e dobbiamo affrontarli; sia organizzativa, perché dovremo aggiornare i nostri processi e rivedere l’organizzazione; sia umana, perché dobbiamo mantenere lo staff in mobilitazione per tutto questo tempo, trovare i contatti giusti, sfruttare le competenze e l’esperienza del personale più anziano e trarre vantaggio dalla visione del personale più giovane, che è quello che poi ci lavorerà.