Puntano una pistola finta contro i passanti e seminano il panico
Nelle vicinanze della fiera Ever, che si stava svolgendo sotto il tendone di Fontvieille, la polizia è intervenuta con fucili d’assalto e scudi.
Uno scherzo di pessimo gusto. I due ragazzi però non hanno riso a lungo dopo aver trascorso tre notti nella prigione di Monaco prima di essere processati. Il giorno dell’udienza in tribunale sono arrivati ammanettati e scortati da diversi agenti di polizia, come da protocollo nei casi di flagranza di reato.
Amici e colleghi in un autolavaggio a Monaco, i due giovani, di circa 25 anni, sono ora piuttosto pacati. Sembrano essersi resi conto della gravità del loro comportamento, che qualche giorno prima ha seminato il panico e creato scompiglio. Lo scorso venerdì 12 maggio, mentre i due cercavano di parcheggiare per recarsi al salone Ever, il passeggero ha puntato quella che sembrava essere un’arma da fuoco attraverso il finestrino del veicolo.
Erano quasi le 14:00 quando un altro automobilista ha segnalato l’accaduto alla Pubblica Sicurezza, preoccupato dalla scena a cui aveva assistito. Giunti sul posto e armati fino ai denti, gli agenti si sono subito resi conto che si trattava di un’arma finta. I due “buffoni” sono stati presi subito in custodia.
Nessun precedente penale
“Come pensate ci si senta ad avere una pistola puntata addosso?”, ha chiesto il presidente ai due imputati, che hanno dichiarato di non aver consumato alcol o droghe il giorno dell’accaduto. “Deve essere sconvolgente, sicuramente. Non so come spiegare quello che ho fatto”, ha risposto il passeggero a testa bassa. “Per quanto riguarda il mio collega che era al volante, non c’entra nulla. Non mi ha mai aiutato o incitato a farlo”, assicura il mentonasco con la fedina penale pulita, così come quella del suo amico.
Il loro datore di lavoro ha accettato di testimoniare alla sbarra. “Sono sorpreso. Non ho nulla da rimproverargli dal punto di vista professionale. In ogni caso, vi assicuro che ci saranno delle conseguenze anche da parte mia, perché erano in servizio al momento dei fatti”. Anche i colleghi a loro volta si sono espressi in difesa dei loro amici.
“Due idioti che giocavano a fare i gangster”
Nonostante l’atteggiamento esemplare degli imputati durante l’udienza, il procuratore insiste: “questi due hanno causato un grave disturbo dell’ordine pubblico, soprattutto vista la minaccia terroristica nel paese vicino. Detto questo, ho la sensazione che questi pochi giorni di detenzione siano stati come un elettroshock”. Il pubblico ministero ha chiesto tre mesi di carcere con la condizionale per ognuno di loro.
“Sono due idioti che giocavano a fare i gangster. Oggi si vergognano e si pentono. Quando è arrivato il GPSI (Groupe de Protection, de Surveillance et d’Intervention), avrebbero potuto essere uccisi”, sostiene il loro avvocato.
Giudicati colpevoli dal tribunale, uno con l’accusa di minacce di morte e l’altro di complicità, sono stati condannati a una multa di 1.000 euro con la condizionale, una sentenza piuttosto clemente. Un sollievo per le famiglie e gli amici che li hanno sostenuti numerosi sui banchi del tribunale.