Restrizioni sull’uso dell’acqua a Monaco: il governo annuncia nuove misure
Lavaggio auto, prati, piscine… Ecco cosa sarà vietato a Monaco a partire da sabato 13 maggio.
Non fatevi ingannare dalle apparenze, una settimana di pioggia non basterà. Il Principato, così come il vicino dipartimento delle Alpi Marittime, sta attraversando un momento di siccità fuori dal comune, conseguenza diretta del riscaldamento globale. “Il fenomeno non si limita al nostro territorio”, ha dichiarato il Ministro di Stato Pierre Dartout alla stampa, che ha convocato nella sua residenza giovedì 11 maggio. “La siccità sta colpendo anche la Spagna, l’Italia e, in generale, tutti i paesi che si affacciano sul Mediterraneo occidentale”.
Ogni Paese ha adottato misure per risparmiare acqua, diventata ormai un bene più raro. Ora è il turno di Monaco di presentare le sue. Sul modello della Francia, sono stati stabiliti quattro livelli:
1. Vigilanza
2. Allerta
3. Allerta rafforzata
4. Crisi
Con un’ordinanza sovrana che sarà pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale venerdì 12 maggio, il livello 2, quello di “allerta”, sarà dichiarato questo fine settimana. L’ordinanza impone le seguenti restrizioni a privati e professionisti:
- Il divieto di innaffiare prati, aiuole, fioriere, aree verdi e campi sportivi tra le 8:00 e le 20:00.
- Il divieto di lavare imbarcazioni o moto d’acqua da diporto o professionali al di fuori delle fasce orarie previste.
- Divieto assoluto di lavare facciate e automobili
- Il divieto di riempire corpi idrici, piscine e spa sia privati che pubblici. Si prega di notare che, per motivi igienici, le docce in spiaggia resteranno comunque disponibili.
- Modifiche nella pulizia delle strade da parte della SMA
Tutte buone abitudini da adottare a lungo termine, visto che, come ha ricordato il Ministro di Stato, “questo fenomeno di deficit pluviometrico è destinato a ripetersi” e se la situazione dovesse peggiorare nelle prossime settimane o addirittura nei prossimi mesi, le autorità non esiteranno ad attivare il livello 3, l'”allerta rafforzata”.
Come ha sottolineato Céline Caron-Dagioni, il 70% dell’acqua consumata a Monaco proviene da fonti esterne, dalle sorgenti della Roya, della Vésubie e del Var (fiume). Il restante 30% arriva dalle cinque sorgenti del Principato, tenendo presente che di recente ne è stata scoperta una sesta che potrebbe essere sfruttata in futuro.
Ma sarebbe possibile dissalare l’acqua del mare di Monaco?
La dissalazione dell’acqua, di cui fa largo uso l’Arabia Saudita, potrebbe essere una soluzione per il Principato? Un’idea non proprio valida secondo il governo del Principe, che si interroga sulle conseguenze dannose di questa pratica sull’ambiente.
“La dissalazione consuma molta energia e lo stoccaggio del sale restante rappresenterebbe un problema ambientale. Non vogliamo escludere definitivamente l’idea, ma per il momento preferiamo concentrarci sul risparmio idrico e sul riutilizzo delle acque reflue”, afferma il Ministro dei Lavori Pubblici, dell’Ambiente e dello Sviluppo Urbano, prima di sottolineare che l’uso personale dei dissalatori è severamente vietato.