Monet e la Costa Azzurra: una storia d’amore e luce
Marianne Mathieu, curatrice della mostra dedicata al pittore nel Principato, è stata ospite dei Rendez-Vous Culturels de l’Hôtel Métropole.
Dall’8 luglio al 3 settembre, il Grimaldi Forum ospiterà una mostra davvero eccezionale: “Monet en Pleine Lumière”.
L’esposizione è dedicata al pittore impressionista ed è stata ideata da Marianne Mathieu, storica dell’arte nata a Monaco e profondamente legata all’impressionismo e a Monet in particolare.
Innamoratasi “per caso” del pittore, nato nel 1840, la curatrice della mostra è stata invitata dall’Hôtel Métropole Monte-Carlo per svelare in anteprima ciò che il pubblico potrà scoprire a luglio e raccontare i legami che uniscono l’artista alla Costa Azzurra e al Principato di Monaco.
140 anni fa, Monet visitò per la prima volta la Costa Azzurra
“C’era un’occasione: l’anniversario della prima visita di Monet a Monaco”, afferma Marianne Mathieu. E in effetti, nel 1883, Claude Monet scoprì la Riviera. Il pittore, ancora relativamente sconosciuto in quegli anni in cui l’Impressionismo era sotto tiro, non si guadagnava da vivere con i suoi dipinti. “Aveva bisogno di fare soldi e di essere notato. Per questo dovette trovare un nuovo modo di promuovere le sue opere, in un momento in cui il mercato dell’arte stava prendendo forma”, spiega Marianne Mathieu.
Monet scopre i colori della Costa Azzurra
Abituato ai colori freddi del nord della Francia, sulla Riviera francese il pittore scoprì una luce spettacolare. “Quando Monet arrivò a Monaco, era con Renoir. Posizionò il suo cavalletto accanto alla Vigie e dipinse due quadri. In seguito Monet scrisse al suo commerciante: “Tornerò, e voglio tornare solo per dipingere le mie impressioni”. Possiamo quindi ritenere che ciò che Monet dipinse dopo il viaggio a Monte Carlo sia un’opera interamente sua”, spiega.
Dopo un breve soggiorno a Giverny, in Normandia, il pittore tornò presto in Costa Azzurra e decise di stabilirsi a Bordighera, in Italia, dove rimase per tre mesi e produsse una miriade di opere. “In tre mesi dipinse l’equivalente di un anno di quadri”, rivela Marianne Mathieu. “Quando si trovava a Bordighera, voleva dipingere la Tête de Chien e “questa natura esotica”. Le palme divennero il suo incubo, perché le palme si muovono. Ma Monet non disegnava, quindi aveva bisogno di una linea che non si muovesse. Cercava linee naturali che non si muovessero”.
Questa natura “esotica” e agitata non ha impedito a Monet di tornare nel 1888, ma questa volta ad Antibes, dove dipinse una trentina di tele. “Monet faceva dipinti autentici, rappresentando fedelmente la Riviera”, spiega la curatrice della mostra. “Vedrete poi nella mostra questa esplosione di colori quando arrivò nel Sud. Monet era un pittore del nord, abituato alla nebbia e ai colori tenui. In pratica, dipingeva atmosfere umide e nebbiose… E quando arrivò in Riviera, non poteva desiderare niente di meglio. Lui stesso diceva che avrebbe avuto bisogno di una tavolozza di diamanti e gemme. La mostra illustra chiaramente questa evoluzione nel lavoro di Monet, che resta fedele a ciò che vede”.
Il suo lavoro è così fedele alla sua visione del mondo che il pittore non esprime mai i suoi stati d’animo o le sue emozioni sulla tela. “Non dice mai nulla dei suoi sentimenti o dei suoi dubbi, anche se sono tanti. Ha continui dubbi ed è profondamente insoddisfatto”, spiega Marianne Mathieu.
La mostra è particolarmente carica di colori, storia ma anche di sorprese, con un centinaio di opere provenienti da tutto il mondo. “La storia che raccontiamo al Grimaldi Forum è l’avventura pittorica di Monet”, conclude la storica dell’arte.
Potrete scoprire la mostra “Monet en Pleine Lumière” a partire dall’8 luglio presso il Grimaldi Forum, tutti i giorni dalle 10:00 alle 20:00.