Intervista

Paul Mitchell (AS Monaco): “Il nostro posto è sul podio”

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Giovedì mattina a La Turbie, Paul Mitchell ha parlato a lungo con la stampa (Foto © AS Monaco)

Questo giovedì mattina, il direttore sportivo dell’AS Monaco ha parlato a lungo in una tavola rotonda presso il Performance Centre del club a La Turbie.

Cosa l’ha spinta a scegliere Thiago Scuro come suo successore?

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Ovviamente abbiamo fatto dei colloqui molto rigorosi, abbiamo esaminato diverse persone con diversi profili. Thiago lo conosco bene. Ho avuto la fortuna di lavorare con lui alla Red Bull negli anni che ho trascorso lì e, attraverso questi colloqui stringenti, è diventato il candidato principale. Dato che abbiamo costruito tutta la struttura, abbiamo una base davvero solida in tutte le aree di rendimento dell’AS Monaco e del Cercle Bruges, ora abbiamo bisogno di un altro genere di competenze, forse più soft skills. Ha grandi capacità manageriali per portare il club al livello successivo, ma ha anche uno schema di gestione che può essere diverso, nuovo e fresco e che, dopo tre anni, è probabilmente quello di cui anche l’organizzazione ha bisogno.

Come sta gestendo la transizione?

Non ho problemi con la transizione. Lui deve stare al comando. Deve venire qui il primo giorno ed essere al comando. Io lo sosterrò, userò la mia esperienza, la mia rete, per aiutarlo. Condividerò l’esperienza maturata lavorando in Francia e in Belgio con lui. Poi gli lascerò definitivamente il timone non appena il presidente si riterrà soddisfatto. Ma Thiago Scuro sarà sicuramente al comando.

Quando arriverà a Monaco?

Arriverà il 30 giugno o il 1° luglio. Il mercato internazionale apre dopo. È molto fortunato perché grazie a Salisburgo è stato esposto ai mercati dell’Europa occidentale. Conosce lo stile, le necessità e le esigenze del club. Ha anche un network incredibile in Sudamerica. Continuerò a essere propositivo finché non apre il mercato e arriva lui. Niente vacanze per me quest’anno, sfortunatamente.

Il nuovo direttore sportivo deve lavorare con il nuovo allenatore e devono avere fiducia l’uno nell’altro

Quando lascerà il club?

Non abbiamo ancora definito una data. È complicato per me e per la squadra, ma vogliamo continuità, stabilità e coerenza. Ho detto al presidente che ci sarò finché ne avrà bisogno.

È stata una sua decisione quella di cambiare direttore sportivo?

Penso di entrambi. Abbiamo sempre avuto un ottimo rapporto anche nei momenti in cui non eravamo d’accordo. Il calcio si basa molto sulle opinioni, quindi è normale essere in disaccordo… Non ho fretta. Voglio aiutare più che posso finché sono qui.

Si sta occupando del reclutamento del nuovo allenatore?

Sono qui per dare la mia opinione. Sono ancora molto legato, a livello personale ed emotivo, a quello che abbiamo fatto qui. Darei la mia opinione anche se non richiesta. D’altronde, il nuovo direttore sportivo deve lavorare con il nuovo allenatore e devono avere fiducia l’uno nell’altro.

Quando sarà nominato ufficialmente?

Meglio scegliere quello giusto al momento giusto, senza fretta. Vogliamo l’allenatore migliore possibile che ci riporti dove meritiamo di stare, nella top 3.

Quali profili state esaminando?

Anche se la mia storia e quella di Thiago Scuro sono legate alla Red Bull, non sarà per forza così per l’allenatore. Cercheremo in lungo e in largo, in tutti i mercati. Thiago Scuro e il presidente vogliono vincere l’anno prossimo.

Abbiamo riscontrato un grande interesse da parte di persone disoccupate ma anche da chi un lavoro ce l’ha. L’interesse dimostrato è anche un indice dello stato del club sul mercato di oggi

Avete già stilato una lista di profili?

Abbiamo riscontrato un grande interesse da parte di persone disoccupate ma anche da chi un lavoro ce l’ha. L’interesse dimostrato è anche un indice dello stato del club sul mercato di oggi.

Marcelo Gallardo è sulla lista?

Assumere un allenatore è sempre complicato. Quello che posso dire è che rispettiamo molto Marcelo e il lavoro che ha fatto al Riva Plate in otto stagioni. Ma ci sono tanti profili interessanti che hanno mostrato interesse nel lavoro.

Pensa che sia importante che l’allenatore parli francese?

Non penso. Il calcio è uno sport multiculturale. Non mi pare che tutti i migliori allenatori del Monaco parlassero francese.

Come spiega il sesto posto in Ligue 1 questa stagione?

È stata una stagione insolitamente lunga, anche per la Coppa del Mondo. Stavamo andando bene prima del ritorno contro il Bayer Leverkusen in Europa League. Poi abbiamo perso ai rigori ed è diventato tutto più complicato. Abbiamo pian piano perso di vista il podio e la Champions League. La squadra non è riuscita a riorganizzarsi. Siamo delusi. È l’allenatore che guida la squadra, ma quest’anno ognuno ha la sua fetta di responsabilità, me compreso.

Le cose sarebbero potute andare diversamente se in squadra ci fossero stati giocatori con più esperienza?

Difficile da dire. Monaco offre parecchi divertimenti. Ci sono tentazioni ovunque. Non credo sia un problema di essere giovani o meno. Le personalità forti a volte si scontrano con gli allenatori. Non è facile trovare un giocatore giusto per Monaco.

È stata sua la decisione di licenziare Philippe Clement?

Ho sicuramente gran voce in capitolo, come in tutto il resto. Mi sono consultato con il proprietario e il consiglio di amministrazione, che è una pratica standard. Alla fine è stata una mia valutazione. Non è stato facile. Ha fatto tante cose buone…

Dobbiamo concentrarci sulla difesa perché abbiamo concesso troppi goal. Ma dobbiamo anche lasciare spazio ai nostri giocatori più giovani per crescere.

È stata la soluzione migliore secondo lei?

Le squadre sono sempre più giovani, ma qui abbiamo ancora un’ambizione che deve coesistere con la crescita dei giocatori. Ho visto che la squadra si era distaccata, era diventata molto individualista… non c’era altra scelta. Abbiamo grandi ambizioni all’AS Monaco. Vogliamo un posto garantito in Champions League. Abbiamo giocatori di talento e dobbiamo fare in modo che vincano le partite.

Che genere di mercato ci aspetta e a quali ruoli punterete quest’estate?

Dobbiamo concentrarci sulla difesa perché abbiamo concesso troppi goal. Ma dobbiamo anche lasciare spazio ai nostri giocatori più giovani per crescere. La difesa è una responsabilità di tutta la squadra, quindi vogliamo rafforzare il team. Come ho detto, il presidente è molto ambizioso. Sarà la prima stagione di Thiago Scuro e anche lui sarà parecchio ambizioso. Quando i giocatori torneranno, avranno un solo obiettivo in mente: essere dove meritiamo di essere, sul podio!

L’ASM ha budget da spendere?

Con parsimonia. Lo spenderemo in modo strategico e moderato per rafforzare il team. Ridurremo il deficit perché giocheremo meno competizioni.

Wissam Ben Yedder farà ancora parte della squadra?

Ha un altro anno di contratto, ma deve anche andare via per l’estate e pensare un po’.

Come valuterebbe il suo lavoro dopo questi tre anni?

Sono stato assunto in un momento in cui il club era in seria difficoltà per ricostruire tutto daccapo. È stato difficile, ma penso che con tutti i risultati ottenuti fino alle ultime sei settimane, abbiamo raggiunto traguardi importanti, come la Coppa Gambardella. Mi sarebbe piaciuto vedere la squadra in Champions League? Certo. Ma ho raggiunto l’obiettivo del contesto in cui sono stato assunto, ovvero portarci a un livello competitivo.