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Parma: prosciutto, parmigiano e tanto altro…

Statua di Giuseppe Verdi in Piazzale San Francesco con veduta alle spalle di San Francesco del prato
Il monumento a Giuseppe Verdi a Parma © DR

A poche ore di auto o treno da Monaco e dalla Costa Azzurra, l’Emilia-Romagna, e la città di Parma, sono famose per essere uno dei centri della gastronomia italiana. Tuttavia, vista la ricchezza della storia e del patrimonio culturale, sarebbe un peccato ridurre questa regione e la sua città a soli prosciutto e parmigiano.

Lungi dall’essere una delle destinazioni turistiche più popolari d’Italia, Parma è la città del turismo lento, dove godersi la buona cucina e la dolce vita italiana, lontano dal turismo di massa di Firenze, Venezia o Cinque Terre.

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Cena dei Mille in Piazza Garibaldi
Vera e propria tradizione, nel mese di settembre la Cena dei Mille riunisce un migliaio di persone nella via principale di Parma per rendere omaggio alla gastronomia locale © DR

Con una storia millenaria, Parma fa parte di quelle città fondate dai Romani, tra cui Bologna, Modena e Reggio Emilia, tutte raggiungibili in giornata. Esse si estendono lungo la Via Emilia, che va da Rimini a Piacenza, e hanno tutte tratto vantaggio dalla fertilità della pianura padana e dall’importanza strategica di questa via, ancora oggi uno dei principali assi stradali dell’Italia.

Sede dell’illustre famiglia italiana dei Farnese e poi della famiglia reale dei Borbone di Parma, a due riprese la città ebbe anche un breve periodo francese: la prima volta nel XVI secolo e la seconda sotto Napoleone I. La città sarebbe stata governata anche dalla seconda moglie dell’imperatore francese, Maria Luigia d’Austria. Questa venne soprannominata dai parmigiani “la buona duchessa”, per via dell’incredibile prosperità economica che la città conobbe sotto il suo regno.

Prima di tutto, una città d’arte e di cultura

I Farnese hanno lasciato un segno nella città, a cominciare dal monumentale Palazzo della Pilotta. Nato come un semplice corridoio di servizio lungo un chilometro e mezzo per collegare due palazzi, è oggi un gigantesco complesso che ospita la Biblioteca Palatina, la Galleria Nazionale, il Museo Archeologico, il Museo Bodoni e, al piano superiore, il Teatro Farnese.

Galleria Nazionale © DR

Nel 1628, anno in cui fu costruito, quest’ultimo era il più grande teatro del mondo. Doveva infatti servire a stupire, oltre che a far imporre la famiglia Farnese come una delle più importanti d’Italia. Ancora oggi, nonostante sia stato privato di tutte le statue, i dipinti e le decorazioni in stucco, gli spettatori rimangono sbalorditi dalle dimensioni gigantesche del teatro. Situato al primo piano, è lungo oltre 127 metri, largo 32 e alto 22. Ma la vera sorpresa è scoprire che, per la sua inaugurazione nel XVII secolo, il centro del teatro fu allagato per inscenare una battaglia navale, proprio come facevano i romani nei loro anfiteatri.

Il Teatro Farnese e la sua antica architettura © DR

Ma se i Farnese sono parte integrante di Parma, lo era anche Maria Luigia d’Austria, responsabile dello sviluppo della città nel XIX secolo: la prosperità economica, infatti, portò a una metamorfosi. L’ex imperatrice ridisegnò Parma, l’architettura divenne più elegante e comparvero sontuosi palazzi che ancora oggi sfoggiano il loro fascino ai turisti in visita.

La duchessa era appassionata di arte e cultura, e voleva fare di Parma una piccola capitale dove i parmigiani non avessero nulla da invidiare alle grandi città europee. Per questo fece costruire il Teatro Regio, dove invitò i più grandi artisti dell’epoca, tra cui Niccolò Paganini. Contemporaneo di Maria Luigia d’Austria, Giuseppe Verdi, nato non lontano da Parma, sarebbe diventato l’artista più illustre della regione. Ogni anno, alla fine di settembre, la città celebra il suo compositore con il Festival Verdi.

Basta fare una passeggiata in città per immergersi nell’atmosfera unica che emana. Con le sue strade vivaci, la maestosa Piazza Garibaldi e il centro storico, la città risplende a ogni angolo, merito forse anche del giallo Parma che riveste le pareti dei palazzi. Tra la Basilica, intima ma ricca di decorazioni e dettagli barocchi, la Cattedrale, con la cupola dipinta dal Correggio, e il Battistero in marmo rosso e bianco di Verona, la città sa come stupirvi quando meno ve lo aspettate.

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Cattedrale di Parma © Monaco Tribune – Théo Briand

Una cucina rinomata

Parma è uno dei cuori pulsanti della gastronomia italiana. Sede della Barilla, in particolare, deve molto ai suoi prodotti tipici e alle sue ricette tradizionali. È famosa per il suo prosciutto crudo, per l’aceto balsamico e, soprattutto, per il formaggio amato in tutto il mondo: il Parmigiano Reggiano.

Parmigiano Reggiano
Parmigiano Reggiano © Monaco Tribune – Théo Briand

Non c’è niente di meglio di una fuga nelle campagne vicine per scoprire e degustare questi prodotti, ammirando anche le bellezze naturali offerte da Torrechiara, ad esempio, un magnifico borgo con un castello fortificato arroccato su una collina.

Torrechiara
Torrechiara © Monaco Tribune – Théo Briand

Parma, con il suo ricco patrimonio gastronomico, dal 2002 è sede dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA), che controlla la qualità e la sicurezza degli alimenti nell’Unione europea.

Una città rivolta al futuro

Tuttavia, Parma non vive solo del suo passato, ma è una città che guarda anche al futuro sfruttando il suo meraviglioso patrimonio. Dinamica e innovativa, punta sulla cultura e sulla tecnologia per evolversi.

Un esempio perfetto di questo approccio è La Casa del Suono. Ponte tra il lirismo del passato verdiano e la modernità dei progressi tecnologici odierni, la Casa del Suono ripercorre la storia della riproduzione del suono e offre ai visitatori un’esperienza unica e immersiva attraverso un’installazione sonora che li accompagna in un viaggio fatto di suoni.

Da vera appassionata della città, Francesca Celato, guida turistica che parla anche francese, vi darà tutti i consigli e le informazioni di cui avrete bisogno: Francesca Celato

Per maggiori informazioni sulla città e sulle attività: ParmaWelcome

A cura di Théo Briand