Julien Bravetti, il volto dietro l’imperdibile “Chez Roger”
Dopo un percorso ben lontano dalla socca e dalla pissaladière, pietanze tipiche della Costa Azzurra, Julien ha deciso d’intraprendere una bella avventura: rilevare il locale di suo suocero al mercato della Condamine.
È una delle istituzioni del Principato. “Chez Roger”, nel mercato della Condamine, soddisfa ogni giorno i palati dei suoi clienti con socca (una sorta di farinata di ceci) e pissaladière (una focaccia saporita e gustosa), tutte fatte a mano. Ma dal 2019, Roger ha lasciato il posto al genero Julien, che gestisce la preparazione dei piatti, il locale e le vendite.
Niente sembrava far presagire a Julien, originario di Villefranche, che sarebbe finito a lavorare in questo ambito. “Ho seguito un percorso insolito”, racconta. “Ho fatto l’istituto tecnico industriale con diploma in elettrotecnica. Ma alla fine non mi è piaciuto per niente. Poi ho fatto una scuola di economia a Nizza, specializzazione marketing. Ma non assumeva nessuno in questo settore”.
Dopo una carriera da rappresentante nel mondo degli eventi e una formazione in assicurazioni e gestione del patrimonio, Julien Bravetti riesce finalmente a trovare il suo posto: consulente bancario a Monaco presso la Société Générale della Condamine e poi di Fontvieille.
Un’istituzione nata grazie alla Famiglia Principesca
Dieci anni dopo, il ragazzo prende tutta un’altra strada e decide di rilevare il locale di suo suocero Roger. “Chez Roger” è un’istituzione a Monaco dal 1976 e sembra che ci sia lo zampino della Famiglia Principesca.
“Mio suocero raccontava spesso questo aneddoto”, dice Julien. “Aveva incontrato il Principe Ranieri che gli aveva detto: ‘Allora caro mio? Che cosa sai fare?’ Mio suocero aveva risposto: ‘so fare la socca e la pissaladière’. Il Principe l’ha aiutato e incoraggiato e da quel momento sono stati sempre legati. (…) Roger raccontava di quando il Principe Alberto II, da bambino, veniva con suo padre e si sedeva sul bancone per mangiare la socca”.
Questo legame tra la Famiglia Principesca e “Chez Roger” non si è mai spezzato. Quarant’anni dopo, il Principe Alberto II ci ha tenuto a essere presente al passaggio di testimone da Roger a suo genero.
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Un affare di famiglia
Questo passaggio, però, non è avvenuta in maniera del tutto spontanea. Julien racconta che non è stato facile convincere Roger a cedergli la sua attività, quando, nel 2017 ha scoperto di avere un cancro.
“Quando si è ammalato, è rimasto chiuso per undici mesi. Ma non voleva che rilevassi il suo locale, quindi ho insistito perché non volevo che andasse perso. Durante la chiusura, c’è stato un impeto di solidarietà, per incoraggiarlo, spingerlo a riaprire. Tutti dicevano che la socca del mercato era un’istituzione, che le persone c’erano cresciute… Quando ha finalmente riaperto, era molto stanco e aveva bisogno di qualcuno. Ho lasciato la banca e pochi giorni dopo ho iniziato”.
Per un anno e mezzo, suocero e genero hanno lavorato insieme. Completamente nuovo al mondo delle prelibatezze della Costa Azzurra, Julien impara tutto quello che può a fianco del suocero. Un’avventura che lascia molti perplessi: “aveva un caratteraccio, mio suocero. Molti pensavano che non saremmo andati d’accordo. Ma in realtà è andata benissimo” racconta Julien.
Un savoir-faire tradizionale e autentico
È quindi con l’animo sereno che Roger consegna le chiavi della sua attività al genero prima di ritirarsi definitivamente, troppo indebolito dalla malattia. Dopo la morte del suocero a gennaio 2019, Julien Bravetti ha fatto in modo di non perdere il savoir-faire del suo mentore, per garantire ai clienti la stessa qualità dei prodotti.
“Non ho cambiato niente. Era proprio quello che volevo: permettere alle persone di trovare esattamente quello che faceva Roger. Le mie pissaladière sono stese a mano, tutte le cipolle sono fresche, sbucciate ogni giorno… Ho voluto conservare l’autenticità”.
I clienti, in gran parte rimasti fedeli all’istituzione, si sono sentiti rassicurati dalla produzione tradizionale e dal vedere un volto familiare. Felice di servire una clientela locale e regolare, Julien Bravetti non prevede di lasciare Monaco né di aprire altrove: “Devo esserci io. Questo è il mio bambino, sto bene dove sono”, confessa.
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Unico rimpianto in questo percorso straordinario? Non aver avuto il tempo di imparare a cucinare altre pietanze, come gli aveva promesso Roger, panettiere di formazione. “È un peccato, ci siamo persi qualcosa. Una volta che avrò rinnovato lo stand, perché non proporre uno o due piatti in più?” Un progetto che, promette Julien, sarà sempre nel rispetto della tradizione, del fatto a mano e della maestria di suo suocero.