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Il Sass’ Café coinvolto in un caso di sfruttamento della prostituzione a Monaco

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Il Sass' Café è famoso tra le celebrità © Sass Café Monaco

Questo giovedì si sono tenute le arringhe del pubblico ministero e della difesa.

Frequentato da star di tutto il mondo, come Lady Gaga, Johnny Hallyday o Cristiano Ronaldo, il Sass’ Café in avenue Princesse Grace è al centro della bufera.

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Tra gli otto imputati convocati davanti al tribunale penale questo mercoledì mattina c’è l’attuale gestore del ristorante e nightclub, Samuel Treves, figlio del fondatore, Sassa Treves. L’accusa mossa nei suoi confronti è quella di aver istituito una “politica interna” per le prostitute che frequentano il locale che, secondo quanto riportato da Monaco-Matin, gli permetteva di aumentare gli introiti “grazie alle consumazioni e alle mance comuni”.

Il quarantenne portoghese rischia da 6 mesi a 3 anni di carcere e una multa da 9.000 a 18.000 euro per sfruttamento della prostituzione. È comparso insieme ad altri sette imputati, accusati degli stessi reati, fatta eccezione di un uomo che è accusato anche di un reato legato agli stupefacenti e di una donna perseguita anche per riciclaggio di denaro.

“Il mio nome è stato infangato”

Come riportato da Monaco-Matin, il caso è scoppiato nel 2020, in seguito ad alcune testimonianze anonime da parte delle prostitute. Sebbene queste avessero denunciato un traffico di droga, durante gli interrogatori gli investigatori hanno avuto il sospetto che dietro ci fosse anche lo sfruttamento della prostituzione. I magistrati hanno ritenuto che il reato fosse stato effettivamente commesso e hanno rinviato a giudizio gli otto protagonisti con l’accusa di aver favorito, assistito o fatto da intermediari per le lavoratrici del sesso. Il processo è iniziato mercoledì 3 aprile e si è concluso venerdì 5 aprile.

Secondo quanto riportato dal quotidiano monegasco, Samuel Treves si è difeso così durante l’udienza: “Non sono un pappone. Avete di fronte una persona per bene, un direttore d’azienda che lavora sodo. Il mio nome è stato infangato”. Secondo Monaco-Matin, dall’inizio della vicenda le prostitute non sono più le benvenute al Sass’ Café.