Caso Edouard Levrault: la CEDU dichiara inammissibile il ricorso del magistrato francese
Giovedì 25 luglio, la Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU) ha respinto la richiesta di non rinnovare il distacco del ricorrente, il magistrato francese Edouard Levrault.
Edouard Levrault, che aveva impugnato questa decisione nel 2020, citando una violazione del suo diritto a un processo equo ai sensi dell’articolo 6 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, si è visto dichiarare inammissibile il ricorso dalla Corte europea.
La Corte di Strasburgo ha precisato che la decisione di non rinnovare il mandato al signor Levrault era un provvedimento amministrativo piuttosto che civile, rendendo così inapplicabile l’articolo 6.
Levrault ha prestato servizio a Monaco per tre anni, occupandosi in particolare di un’indagine molto delicata che coinvolgeva Dmitri Rybolovlev, presidente dell’AS Monaco, e diverse personalità monegasche, tra cui Philippe Narmino, ex ministro della Giustizia, Paul Masseron, ex ministro dell’Interno, e Christophe Haget, ex direttore della polizia giudiziaria monegasca. Aveva inoltre chiesto al Principe Alberto II di intervenire in relazione alla vicenda.
Nel 2019, l’annuncio del mancato rinnovo lo ha indotto a presentare un ricorso alla Corte Suprema di Monaco, da lui ritenuta non sufficientemente indipendente e imparziale. Non riuscendoci, ha portato il caso davanti alla CEDU, che ora si è pronunciata contro di lui.
“La CEDU ha emesso una decisione scandalosa: ha perso un’occasione eccezionale per censurare le inaccettabili carenze dello Stato di diritto monegasco. È da tempo che la CEDU emette decisioni di questo tipo. Credo che la CEDU abbia esaurito il suo ruolo storico. È in declino. È un peccato”, ha dichiarato all’Agence France-Presse l’avvocato di Levraut, François Saint-Pierre.