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Lina Botero: custode dell’eredità del padre Fernando Botero

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Fernando Botero nel suo studio a Monaco © DR

A un anno dalla sua scomparsa, le opere di Botero continuano ad affascinare. Ora sono protagoniste di una grande mostra a Roma, curata dalla figlia Lina Botero.

È passato un anno da quando l’artista colombiano e residente monegasco Fernando Botero è deceduto a Monaco, a causa di una polmonite, all’età di 91 anni. In un’intervista rilasciata al quotidiano nazionale spagnolo El Pais, la figlia Lina racconta come mantiene viva l’eredità del padre attraverso le sue opere e la Fondazione.

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Una mostra inedita a Roma

È stato un pittore e scultore che ha lasciato una grande quantità di opere. Dalla sua morte, avvenuta il 15 settembre 2023, Lina sta lavorando a diverse mostre che si terranno in tutto il mondo. La prima è a Roma, a Palazzo Bonaparte. In realtà è iniziata anche prima e ha pervaso la città, visto che da luglio otto sculture adornano diverse piazze maestose della Città Eterna.

Visitabile fino al 19 gennaio 2025, “Botero”, come è stata battezzata, “è una mostra eccezionale”, spiega Lina Botero, “è una visione diversa del suo lavoro, che mette in evidenza la maestria con cui ha lavorato con tecniche diverse nel corso della sua carriera artistica”.

Con questa esposizione, la figlia del pittore ha voluto innanzitutto “presentare la diversità delle tecniche” utilizzate dal padre. “Era uno dei rari artisti contemporanei ad avere una tale padronanza di così tante tecniche, in particolare in quelle che lui chiamava le tecniche nobili, ovvero il pastello, il carboncino, il disegno a matita e l’inchiostro di china, nonché della scultura in bronzo e in marmo”. In tutto, la mostra presenta ben 214 opere, tra cui 69 dipinti a olio, 25 disegni, otto acquerelli, otto disegni a pastello e 12 sculture. Ogni sala è dedicata a una particolare tecnica.

Alcune opere inedite

In questa nuova mostra, Lina racconta che saranno esposti per la prima volta diversi dipinti, tra cui Omaggio a Mantegna, dipinto nel 1958 e dimenticato nel corso degli anni, così come Pedrito, un quadro dedicato al figlio scomparso. Saranno presentati anche altri dipinti che Botero “ha conservato in un magazzino di New York per oltre 40 anni”.

Non è un caso che questa prima mostra si svolga in Italia. Come afferma la figlia, “È in Italia, all’età di 20 anni, che si confrontò con i capolavori del Rinascimento italiano, in particolare Piero della Francesca, Paolo Uccello e Masaccio, e con forme massicce e colori straordinari che diedero vita alla sua ‘metamorfosi’. Botero si è sempre interessato al volume, fin dai suoi inizi, in modo inconsapevole, ma ha capito la sua trascendenza nell’arte studiando i maestri del Quattrocento italiano”.

Un anno difficile e commovente

Per tutta la vita, Botero ha avuto l’abitudine di stravolgere i grandi dipinti della storia trasformandoli in personaggi quotidiani mentre creava autentici capolavori, “verso la fine gli era difficile dipingere in piedi, così continuò a farlo seduto con acquerelli più piccoli e con una grande diversità di soggetti, molta freschezza e poesia”, ricorda la figlia.

Ogni volta che entra nel suo studio, Lina ammette di provare sentimenti contrastanti, tra l’eccitazione, l’emozione e la tristezza di non poter più vedere suo padre dipingere al suo tavolo da lavoro, che non è ancora stato toccato dalla sua morte. “Tutto è esattamente come l’ha lasciato”, dice Lina. Ma alla fine, il sentimento che trionfa “è la gioia di fare esattamente ciò che lui avrebbe voluto che facessimo con il suo lavoro”.