Diversi banchieri monegaschi condannati per riciclaggio di denaro sporco
In un recente articolo, Bloomberg ha riportato che due ex banchieri monegaschi sono stati condannati per aver contribuito al riciclaggio di diversi milioni di euro depositati in contanti nel Principato da due imprenditori italiani.
Secondo il giornale, Alexandre Balga, ex dipendente di Banque Havilland, e Nicolas Gelso, ex dipendente dell’ufficio CMB Monaco di Mediobanca SpA, sono stati entrambi condannati dal tribunale monegasco con multe di 10.000 € e fino a sei mesi di detenzione con sospensione della pena.
I due imprenditori italiani, Fabrizio Amore e Maurizio Fratti, sono stati condannati a un anno di carcere ciascuno, di cui sei mesi con sospensione della pena, e a una multa di 500.000 €. Fabrizio Amore e Nicolas Gelso, tramite i loro avvocati, hanno espresso l’intenzione di ricorrere in appello.
Inoltre, altri quattro banchieri sono stati accusati di non aver segnalato depositi sospetti. Tre di loro, due dei quali lavoravano all’epoca per Edmond de Rothschild, sono stati condannati e multati per importi compresi tra 5.000 e 7.000 €.
Tuttavia, i giudici hanno assolto il banchiere più in vista del caso, Patrick Dauguet, attuale CEO di Havilland Monaco. Le banche, invece, non sono state perseguite.
Un caso iniziato in Italia e terminato a Monaco
Il caso di Monaco fa seguito a una complessa indagine iniziata in Italia, nota anche come “Mafia Capitale”. Fabrizio Amore figurava tra i sospettati già nel 2015, anche se i suoi avvocati difensori hanno affermato che non era mai stato condannato. Essi sostengono che “nessuna sentenza di colpevolezza avrebbe dovuto essere emessa a Monaco, principalmente perché il riciclaggio di denaro è un reato secondario che richiede una condanna del loro cliente in Italia come presupposto, cosa che non è avvenuta”.
Secondario o meno, il reato è stato commesso nel Principato, che vuole dimostrare una maggiore vigilanza sull’origine dei fondi in entrata e, grazie alle recenti nuove leggi è pienamente in grado di emettere condanne efficaci. L’obiettivo ultimo di Monaco è quello di essere rimosso dalla “lista grigia” del Gruppo d’azione finanziaria (GAFI).
Come ha sottolineato il procuratore di Monaco, Stéphane Thibault, all’inizio del nuovo anno giudiziario, “è il rischio di essere controllati, arrestati, perseguiti e condannati in modo severo, in particolare con pene di confisca, che impedirà ai criminali e ai delinquenti di nascondere e riciclare il loro denaro nel Principato di Monaco”. Nell’ultimo anno è già stato sequestrato mezzo miliardo di euro.