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La scuola di domani a Monaco: un polo di attrazione rivolto verso le nuove tecnologie?

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Jean-Philippe Vinci, Olena Sullivan-Prykhodko e Charly Nestor (al centro) © JCE / Philippe Fitte

Davanti a una platea di genitori, funzionari e curiosi, i partecipanti hanno discusso questo tema estremamente importante.

Un freno alle nuove tecnologie? In una conferenza ospitata da Charly Nestor e organizzata dalla Camera di Commercio Giovani di Monaco nell’ambito delle sue “Conferenze a colazione”, Jean-Philippe Vinci, Consigliere per l’Istruzione Nazionale, la Gioventù e lo Sport, e Olena Sullivan-Prykhodko, cofondatrice della British School of Monaco, hanno discusso sul tema “Il ruolo dell’istruzione nel Principato”.

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Una sfida strategica per l’attrattiva di Monaco

Il tema è decisamente importante per un’ampia fetta di residenti e contribuisce ad accrescere l’attrattiva del Principato. I partecipanti alla conferenza hanno sottolineato l’importanza delle scuole nell’attirare a Monaco talenti e famiglie internazionali.

“Le famiglie si trasferiscono nei paesi con il sistema educativo migliore. Con quello che sta succedendo in Inghilterra, sempre più inglesi vogliono trasferirsi nel Principato”, ha spiegato Olena Sullivan-Prykhodko, facendo l’esempio di una famiglia che di recente aveva cercato la scuola migliore per il proprio figlio e che si è stabilita nella città-stato proprio in base a questo criterio.

Il digitale: uno strumento al servizio dell’apprendimento

La tecnologia è stata al centro dei dibattiti. Sebbene il digitale offra nuove opportunità educative, è essenziale usarlo con moderazione.

“Il governo ha attuato una politica importante per le attrezzature”, ha spiegato Jean-Philippe Vinci, sottolineando però la necessità di supervisionarne l’uso: “La tecnologia non deve mai essere usata passivamente. Un adulto deve sempre essere presente con il bambino”. Ha avvertito che un uso eccessivo degli “schermi come ‘ciuccio digitale’” da parte dei più piccoli potrebbe avere un effetto “catastrofico”. Tuttavia, ha sottolineato l’importanza di non demonizzare questi strumenti: “Gli adolescenti non stanno davanti a uno schermo se la realtà è più interessante”.

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© JCE / Philippe Fitte

Sebbene i cellulari siano vietati nei locali scolastici, pubblici o privati come la British School, l’educazione digitale rimane fondamentale e va portata avanti sotto stretta supervisione e con una formazione all’uso, piuttosto che con un vero e proprio divieto. Per esempio, la cofondatrice della British School ha spiegato che i suoi alunni imparano il coding fin da piccoli e che “Google dovrebbe essere usato con coscienza per cercare informazioni”.

Infatti, mentre gli strumenti digitali sono presenti fin dalla scuola primaria, alla British School non lasciano mai i banchi. Parallelamente, la scuola britannica ha recentemente sviluppato il progetto Phonewall, in collaborazione con Monaco Telecom, per fornire ai giovani alunni dei Nokia 3210 ricondizionati in modo da limitarne l’uso allo stretto necessario. “Un’ottima idea”, secondo Jean-Philippe Vinci, che si è detto “interessato al feedback e aperto alla sperimentazione”.

Intelligenza artificiale: un’opportunità da cogliere al volo

Oltre al digitale, l’intelligenza artificiale è una di quelle tecnologie che sta trasformando la società, compresa l’istruzione. Sia Jean-Philippe Vinci che Olena Sullivan-Prykhodko la considerano un vantaggio, a patto che il suo utilizzo sia supervisionato e ponderato, sottolineando la necessità di insegnare agli studenti a distinguere le informazioni affidabili.

Jean-Philippe Vinci ha espresso la sua preoccupazione per il fatto che i giovani si informano solo attraverso i social network: “Come possiamo garantire che i ragazzi abbiano accesso a informazioni reali?”, si è domandato.

“Studenti e insegnanti stanno già utilizzando l’IA e i risultati sono sorprendenti”, ha dichiarato, paragonando il suo avvento a quello della calcolatrice, un tempo controversa ma ora considerata normale. A suo avviso, l’IA seguirà la stessa strada e immagina già esami in cui gli studenti potranno usare l’intelligenza artificiale a patto che ragionino contemporaneamente su qualcos’altro.