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Monaco, pioniera delle Aree Marine Protette (AMP) urbane

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Le praterie di posidonia brulicano di vita a Monaco. Oggi occupano 14 ettari. © Stéphane Jamme - Aquanaute Expertise

Da quasi 50 anni, l’Association Monégasque pour la Protection de la Nature cura e protegge le AMP urbane del Principato, le prime al mondo.

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Fin dall’inizio degli anni ’70, il Principe Ranieri III desiderava preservare il litorale del Principato e, in particolare, la prateria di posidonia di Monaco. Nel 1976, Monaco ha creato la prima area marina protetta (AMP) urbana del mondo: la riserva del Larvotto (33 ettari), a cui si è aggiunta nel 1986 una seconda riserva, quella di Spélugues (2 ettari).

In un’epoca in cui le problematiche ambientali erano ancora agli albori e le aree marine protette sconosciute, il Principe Ranieri III, visionario, affidò al Professor Vaissière, Direttore del Centre Scientifique, il delicato compito di valutare l’istituzione di un’area marina protetta lungo le coste del Principato. L’impresa fu affidata a un gruppo di volontari che, nel 1975, creò l’Association Monégasque pour la Protection de la Nature (AMPN), presieduta da Eugène Debernardi e oggi gestita dalla figlia, Jacqueline Gautier-Debernardi.

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Camille Devissi, Jacqueline Gautier-Debernardi ed Eugenio Di Franco© AMPN – Jean-Vincent Vieux-Ingrassia

Sebbene la riserva del Larvotto abbia suscitato inizialmente un certo scetticismo a causa delle sue dimensioni ridotte e della sua ubicazione in un’area altamente urbanizzata, la sua efficacia in termini di conservazione della flora e della fauna e il suo valore scientifico hanno reso il progetto una vera e propria storia di successo, che oggi è seguita con interesse da esperti di tutto il mondo.

Un modello di gestione urbana

Le AMP in ambiente urbano, pur essendo circondate da attività umane, svolgono appieno il loro ruolo quando sono gestite in maniera rigorosa. Questo necessita l’attuazione di una regolamentazione rigida e di solide misure di sorveglianza. Nel Principato di Monaco, la pesca e l’ancoraggio sono vietati nelle AMP, così come la navigazione, che è però tollerata nell’AMP di Spélugues a causa della sua vicinanza a Port Hercule. Queste aree sono sottoposte a un elevato livello di sorveglianza da parte dell’AMPN e dei Servizi di Stato, senza dimenticare la Polizia Marittima, che tiene sotto controllo la situazione.

Per ottenere i migliori risultati, le AMP prevedono un piano di gestione chiaramente definito in cui i compiti sono suddivisi tra l’AMPN e i servizi statali (Dipartimento dell’Ambiente, Dipartimento degli Affari Marittimi, Divisione di Polizia Marittima e Aeroportuale, ecc.). Sono stati definiti degli obiettivi principali che riguardano la conservazione del patrimonio, la ricerca e lo sviluppo, la gestione dell’uso e anche la sensibilizzazione, in particolare attraverso l’Area Didattica Marina.

Come spiega Jacqueline Gautier-Debernardi: “L’aumento dell’urbanizzazione lungo le coste del Mediterraneo rende essenziale la creazione di nuove AMP in aree soggette a forti pressioni. L’obiettivo è trovare il giusto equilibrio tra la salvaguardia della biodiversità e le attività umane”.

Risultati concreti e un’influenza crescente

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© Stéphane Jamme – Aquanaute Expertise

Dalla loro creazione, le misure di gestione e salvaguardia della biodiversità messe in atto dall’AMPN all’interno delle AMP monegasche si sono dimostrate efficaci. Le popolazioni ittiche, in particolare quelle di specie autoctone come la corvina e la cernia, sono aumentate considerevolmente.

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Queste aree protette svolgono anche un ruolo importante nella gestione delle risorse ittiche, consentendo ai pesci di riprodursi e colonizzare le aree adiacenti. Inoltre, consentono di utilizzare tecnologie innovative per condurre un’ampia varietà di progetti di ricerca. Questi risultati positivi, riconosciuti dalla comunità internazionale, hanno contribuito ad aumentare la visibilità delle AMP di Monaco e dell’AMPN.

Posidonia, il tesoro delle AMP monegasche

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© Stéphane Jamme – Aquanaute Expertise

La posidonia, pianta acquatica emblematica del Mediterraneo, svolge un ruolo fondamentale nelle AMP di Monaco. Questa erba marina, che ricopre circa 14 ettari delle riserve monegasche, non solo offre rifugio a numerose specie, ma contribuisce anche a rallentare l’erosione costiera. Inoltre, la pianta cattura la CO2, diventando così un prezioso alleato nella lotta al cambiamento climatico.

Tuttavia, nonostante si trovi in buona salute nel Principato, la posidonia rimane una specie fragile. L’AMPN sta quindi conducendo “esperimenti di talee di posidonia per favorirne il ripristino” in alcune aree degradate.

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Scogliere stampate in 3D in sabbia dolomitica © Stéphane Jamme – Aquanaute Expertise

Verso un futuro ancora più roseo

Nel 2025, l’AMPN celebrerà il suo 50° anniversario. Mezzo secolo di salvaguardia dell’ambiente che l’associazione non mancherà di festeggiare.

La Fondazione Filantropica Stelios, il WWF e la Fondazione Principe Alberto II di Monaco raccolgono 600.000 euro per le praterie mediterranee

Oggi, il Principato rappresenta un modello per la gestione delle AMP in ambiente urbano, un approccio che ispira altri Paesi e che potrebbe far nascere una rete di AMP urbane ispirate a quelle monegasche.