Il Principe Alberto II in un viaggio nostalgico nel cuore di New York con i suoi cugini
In occasione del 40° anniversario della Princess Grace Foundation-USA, il Sovrano monegasco ha incontrato i suoi cugini americani in un’atmosfera calorosa e rilassata, celebrando il suo passato e l’eredità di sua madre, Grace Kelly. Ripercorriamo quello che è stato un evento memorabile nel cuore di New York.
La scorsa settimana, il Principe Alberto II ha incontrato i suoi cugini di Philadelphia per una riunione di famiglia. Prima si sono diretti a Central Park e poi all’hotel “The Pierre” per una cena di gala. “Quando sono qui mi sembra di poter camminare ovunque. Non mi sento in pericolo”, ha confidato in un’intervista a Paris Match, evocando una certa sensazione di libertà nella giungla newyorkese. Una libertà che si tinge di nostalgia, soprattutto nel paese natale di sua madre, Grace Kelly.
Ricordi custoditi nel tempo
Il Principe ricorda la sua prima visita a Central Park quando aveva solo due anni: “Ricordo che nel 1966, a Natale, siamo rimasti a New York per diversi giorni dopo una vacanza in Giamaica. Abbiamo passeggiato per Central Park perché alloggiavamo al Plaza Hotel, proprio lì accanto”, racconta. Questa visita è ancora più significativa in quanto coincide con il gala per il 40° anniversario dei Princess Grace Awards, che celebrano gli artisti emergenti.
Celebrare le amicizie
Durante la serata, il Principe ha consegnato il Premio Ranieri III all’attore Michael Douglas, sottolineando il forte legame tra le loro famiglie. “Mio padre era molto vicino a Grace Kelly quando entrambi vivevano a Los Angeles. Ho avuto l’onore di poter continuare questa amicizia di famiglia con il Principe Alberto II nel corso degli anni”, ha dichiarato l’attore e produttore premio Oscar.
Un legame tramandato di generazione in generazione
Il Sovrano, che ha mantenuto un forte legame con le sue radici americane, desidera trasmettere questo patrimonio culturale ai suoi figli, Jacques e Gabriella: “Cerco ancora di rivolgermi a loro in francese il più spesso possibile, e hanno fatto enormi progressi. Ma quando devo impedirgli di fare qualcosa di stupido, passo all’inglese, solo per farmi capire subito”, scherza, pur riconoscendo che l’inglese a volte ha i suoi vantaggi nell’educazione. Il suo desiderio è di trasmettere questo bagaglio culturale ai suoi figli, che un giorno potrebbero voler seguire le orme del padre.
Crediti fotografici: Michael Alesi / Palazzo del Principe.