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La storia sindacale del Principato: 80 anni di lotte e progressi

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Charles Soccal è stato presidente dell'USM per quasi 50 anni © USM

Quest’anno l’Union des Syndicats de Monaco (USM) celebra il suo 80° anniversario: l’occasione ideale per ripercorrere la storia sociale del Principato.

Fondata il 6 ottobre 1944 nell’euforia della Liberazione, l’USM è sopravvissuta negli anni rappresentando il mezzo di espressione privilegiato dei lavoratori per i loro diritti. Oggi riunisce 43 sindacati professionali.

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Una nascita sullo sfondo della ricostruzione

L’USM vide la luce all’indomani della Liberazione di Monaco. In un Principato post Liberazione in cui le idee comuniste erano forti, il 6 ottobre 1944 i sindacati dei dipendenti furono autorizzati da un’ordinanza. I sindacati dei funzionari seguirono l’11 novembre e quelli dei datori di lavoro furono autorizzati il 28 novembre. Prima di allora, ogni azione sindacale era vietata. Il governo mise a disposizione della nuova organizzazione l’ex Casa Italiana, sede simbolica del fascismo.

I primi anni gettarono le basi dei servizi sociali monegaschi. Tra il 1944 e il 1948, l’USM ha garantito l’introduzione di rappresentanti del personale, dodici giorni di festa, contratti collettivi di lavoro e un fondo pensionistico autonomo.

Gli anni ’60 e il progresso sociale

Dopo un periodo di tensione attraversato negli anni ’50 e caratterizzato da leggi antisciopero e tentativi di dividere i sindacati, gli anni ’60 furono sicuramente più favorevoli.

Nel 1962, il diritto al sindacato è stato sancito dalla Costituzione di Monaco. Questo decennio è stato segnato anche da riforme strutturali, come la creazione di un sistema pensionistico complementare nel 1963 e il miglioramento delle condizioni salariali, con un salario minimo almeno pari a quello di Nizza, nonché il pagamento dei giorni festivi.

Nel maggio 1968, i movimenti sociali che scossero la Francia fecero eco nel Principato. Gli scioperi e le manifestazioni organizzate a Monaco portarono ad accordi significativi, tra cui un aumento generale dei salari, l’introduzione di un fondo sociale e di sussidi per l’alloggio.

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Manifestazione del 21 maggio 1968 © USM

Gli anni ’80 e la svolta ultraliberale

A partire dagli anni ’80, il clima cambiò con l’emergere di politiche liberali. La legge antisciopero approvata nel 1980, anche se rapidamente abrogata in quanto incostituzionale, evidenziava la volontà di limitare l’azione sindacale a favore della libertà delle aziende, e il Principato, come l’Europa, si orientò verso il settore terziario, in particolare verso l’immobiliare di lusso e un solido polo finanziario.

Sebbene l’USM abbia protetto i dipendenti francesi a Monaco dal contributo al CSG nel 1994, negli anni 2000 non è riuscito a preservare le leggi salariali del 1945 e del 1963, causando una perdita di salario dell’11,43%, secondo l’USM.

Un futuro fragile ma concreto

Dopo 80 anni, l’USM e i vari sindacati di Monaco sono riusciti a ottenere molti progressi sociali che sembrano essere stati raggiunti per tutti i lavoratori. Tuttavia, l’USM continua a lottare per mantenere i diritti dei lavoratori esistenti e per crearne di nuovi, come l’introduzione della giustificazione per il licenziamento, il famoso articolo 6, che fornirebbe maggiore protezione ai dipendenti.

La sua affiliazione alla Federazione mondiale dei sindacati nel 2018 dimostra la volontà di integrare una dimensione internazionale nelle sue iniziative, pur mantenendo l’attenzione sulle questioni locali. In particolare, l’organizzazione chiede una distribuzione più equa della ricchezza e una riflessione collettiva sulle trasformazioni della società.