Sir Jim Ratcliffe: alchimista e avventuriero
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Residente monegasco dal 2018, Sir Jim Ratcliffe è l’essenza del self-made man con un affascinante accento britannico.
Partito quasi dal nulla, il ragazzo di Manchester ha costruito una fortuna immensa, anche se tardiva, nel settore petrolchimico, prima di lanciarsi in una serie infinita di avventure e sfide: automobilismo, ciclismo, vela… e calcio, ovviamente. Alla veneranda età di 72 anni, l’imprenditore, soprannominato “l’alchimista”, continua ancora a costruire la sua leggenda con una certa discrezione, dalle coste del Principato di Monaco.
” The world’s biggest company you have never heard of”, ovvero l’azienda più grande del mondo di cui nessuno ha mai sentito parlare. È così che Ratcliffe definisce la sua attività: in un’epoca in cui alcuni marchi vantano la stessa fama e desiderabilità delle più grandi star dello sport o del cinema, la modestia e la discrezione dell’imprenditore spiccano tra la folla.
L’azienda più grande del mondo di cui nessuno ha mai sentito parlare si chiama Ineos. Eppure è proprio a questo impero petrolchimico che Sir Jim Ratcliffe deve gran parte della sua immensa fortuna, che è stata stimata dalla rivista Forbes a circa 16,5 miliardi di dollari, rispetto ai 23 miliardi di dollari alla fine del 2022, con il patrimonio dell’imprenditore in parte legato al prezzo delle azioni Ineos.
Il motivo per cui né la sua azienda né il suo cognome sono noti al grande pubblico è senza dubbio dovuto al fatto che la fortuna di Jim Ratcliffe, 72 anni, è relativamente recente. È solo nel 2018, quando il valore di Ineos, di cui detiene una quota del 60%, sale alle stelle, che l’uomo d’affari diventa il più ricco della Gran Bretagna: esattamente vent’anni dopo aver fondato il gruppo petrolchimico.
Il 2018 è anche l’anno in cui Jim Ratcliffe sceglie di spostare la sua residenza nel Principato di Monaco, da dove continua a gestire la sua attività, i suoi investimenti e i suoi progetti sportivi. Sulla Rocca, baciato dal sole e con vista mare, è ormai parecchio lontano dai quartieri popolari di Manchester in cui il giovane Jim è cresciuto.
Dalle case popolari di Manchester alle ville monegasche, l’ascesa fulminante dell'”alchimista”
Nato il 18 ottobre 1952 a Failsworth, una cittadina nei pressi di Manchester, Jim proviene da un ambiente modesto. Suo padre era un falegname, sua madre un’impiegata, e fino a quando non compie dieci anni vive con la sua famiglia in una casa popolare. Come molti giovani della classe operaia in Gran Bretagna, Jim vive per il calcio, spesso abbandonando la scuola per i campi e le tribune – e chi può biasimarlo, con il Manchester United, uno dei club più leggendari del calcio inglese, a due passi da casa?
“Giocavo solo a calcio, era l’unica cosa che mi interessava”, ha raccontato molti anni dopo all’Irish Sun. I risultati scolastici del ragazzo ne risentono e Jim arriva ultimo della fila all’Università di Birmingham, dove in seguito studierà ingegneria chimica.
Durante un tirocinio estivo presso la compagnia petrolifera BP, Ratcliffe viene bruscamente licenziato dopo tre giorni a causa di… un lieve eczema. Passa quindi alla rivale Esso e, grazie a un MBA conseguito alla London Business School, si unisce poi all’azienda chimica Courtaulds, prima di entrare nel 1989 nel gruppo americano di private equity Advent International.
“Il mondo del venture capital è molto semplice”, ha dichiarato al The Sun, “se fai pessimi affari, vieni licenziato; se non fai nessun affare, vieni licenziato. Ho accettato questo lavoro perché (…) ho sempre avuto la sensazione che sarebbe arrivato un ottimo affare”. Un innato senso del business che l’ha sempre guidato sulla strada del successo e della fortuna.
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Nel 1998, Ratcliffe lascia la sua posizione alla Advent e si mette in proprio, acquistando il suo primo impianto chimico ad Anversa. Era nata Ineos. Con i suoi soci Andy Currie e John Reece, l’imprenditore escogitò una ricetta infallibile: acquistare attività sottoperformanti o non appetibili per le altre società, come per esempio quelle di BP, il gruppo che lo aveva licenziato una decina di anni prima. “Ci siamo interessati a società che non erano alla moda o sexy, a stabilimenti appartenenti a grandi aziende. Le abbiamo gestite meglio, le abbiamo rese più attive e molto redditizie”, ricorda Jim Ratcliffe.
Un metodo e una visione industriale che, nel giro di vent’anni, hanno portato Ineos a raggiungere i vertici del settore petrolchimico mondiale.
Con più di 26.000 dipendenti, in quasi 200 stabilimenti distribuiti in una trentina di Paesi, Ineos produce ogni anno 60 milioni di tonnellate di prodotti chimici, che vengono utilizzati per realizzare un’infinita gamma di prodotti, dai dentifrici agli imballaggi alimentari, dai farmaci agli isolanti e persino per rendere l’acqua potabile.
Un vero e proprio impero che Jim Ratcliffe ha costruito correndo ogni genere di rischio, indebitandosi pesantemente e sfiorando il fallimento nel 2008. Ma la ripresa non ha tardato ad arrivare. Meno di dieci anni dopo l’imprenditore ha generato profitti annui di quasi 2 miliardi di euro, triplicando il suo patrimonio personale tra il 2017 e il 2018. Un successo sfacciato, celebrato in un libro pubblicato in occasione del 25° anniversario del gruppo Ineos e, meglio ancora, da un soprannome, “l’alchimista”, colui che trasforma le attività non redditizie in oro.
Gas, sport, automotive, innovazione: la galassia Ineos si espande
Jim Ratcliffe è un alchimista, sì, ma soprattutto un uomo dai mille interessi. L’imprenditore seriale non si limita di certo al settore petrolchimico, un industria tanto prospera quanto… inquinante.
Consapevole dell’impatto ambientale delle sue attività, nel marzo 2023 il capitano d’industria ha presentato un ambizioso progetto di cattura e stoccaggio del carbonio (CCS). Denominata “Greensand“, l’iniziativa lanciata da Ineos mira a estrarre CO2 in Belgio e a stoccarla in modo sicuro e a tempo indeterminato in un ex giacimento petrolifero a 1.800 metri di profondità.
Secondo Ratcliffe, “ora l’industria e i politici devono sostenere (…) lo sviluppo della CCS (…) per mitigare il cambiamento climatico”.
Ma i progetti dell’uomo d’affari non finiscono qui, anzi. Nel 2017, Ratcliffe si è lanciato della costruzione di una linea di 4×4 ultraresistenti in grado di arrivare ovunque. L’ambizione dell’Ineos Grenadier (che prende il nome da un pub londinese amato dal miliardario) è niente meno che soppiantare l’iconico Land Rover Defender, di cui l’azienda britannica si era precedentemente rifiutata di vendere i diritti a Ratcliffe.
Partendo quindi da una tela bianca, il veicolo ha dovuto dimostrare la sua robustezza sui terreni scoscesi e accidentati del Kosovo e poi attraverso i fiumi e le colline della Scozia. L’azzardo è stato ampiamente ripagato, a giudicare dalle decine di migliaia di preordini per un veicolo costruito in Francia, con un prezzo di partenza di oltre 60.000 euro e che nel 2022 è stato testato (e approvato!) dal sette volte campione del mondo di F1 Lewis Hamilton in persona.
Ineos Grenadiers è anche il nome del team di ciclisti acquistato da Jim Ratcliffe nel 2010. Si tratta dell’ex squadra Sky, una delle migliori del gruppo, che lo scorso agosto ha ingaggiato il monegasco Victor Langellotti e ha aperto in Kenya un’accademia di ciclismo destinata a coltivare i talenti di domani.
Infine, sebbene Ineos sponsorizzi anche il team Mercedes-AMG Petronas di F1 e il pilota Lewis Hamilton, nulla sembra poter spodestare, nel cuore del miliardario, il suo amore per il calcio; la vera passione di Jim Ratcliffe era, è e sarà sempre il pallone.
Una passione totalizzante che risale all’infanzia di Ratcliffe e che, unita alla fortuna dell’imprenditore, gli ha permesso di acquistare l’OGC Nice nel 2019. Purtroppo, però, i 100 milioni di euro messi in gioco dal britannico non hanno fatto miracoli, visto che i risultati del club sono stati tutt’altro che eccezionali: “A Nizza abbiamo fatto qualche stupidaggine”, ha ammesso Jim Ratcliffe lo scorso febbraio.
Tuttavia, l’uomo d’affari ha grandi ambizioni per la squadra nizzarda, in particolare quella di trasformare gli Aiglons in una “futura porta d’accesso per il Manchester United”.
Manchester United, un sogno d’infanzia che diventa realtà
Non contento di aver acquistato il Nizza, dopo aver rilevato l’FC Losanna nel 1998, circa un anno fa Jim Ratcliffe ha realizzato un sogno d’infanzia. Il sogno più grande per un ragazzo come lui: diventare il big boss dell’iconico club di Manchester.
“Ho fatto cose emozionanti, ma questo le supera tutte”, ha ammesso il nuovo proprietario del club. Un investimento colossale, che non ha impedito ai Red Devils di vivere il peggior inizio di stagione dal 1930.
Niente che possa spaventare Ratcliffe però, che dall’alto della sua esperienza imprenditoriale sa che “nella vita ci sono alti e bassi. Non ci possono essere solo alti, e li si apprezza ancora di più se si è già affrontato qualche momento basso”.
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Nonostante i risultati deludenti, Ratcliffe ha scritto una lettera aperta ai tifosi del club, esprimendo la sua convinzione di poter “raggiungere il successo sportivo sul campo. Non ci sono garanzie nello sport e i cambiamenti richiedono inevitabilmente tempo, ma siamo pronti a investire nel lungo periodo. (…) Prendo questa responsabilità con la massima serietà.”
Non senza lamentarsi del fatto che al suo arrivo abbia trovato “più contabili che sportivi”, il nuovo spietato boss del club ha fatto sì che la società tornasse in salute dal punto di vista finanziario, non esitando ad apportare tagli importanti ai salari. Quello che conta è che non ha perso di vista i suoi obiettivi: “Vogliamo riportare il Manchester United ai vertici del calcio inglese, europeo e mondiale”.
Ratcliffe non è certo uno che si tira indietro davanti alle sfide. Un esempio è la più prestigiosa delle regate, la leggendaria America’s Cup, dove lo scorso anno il team Ineos Britannia si è qualificato per la finale.
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Sebbene, alla fine di ottobre, l’equipaggio di Jim Ratcliffe abbia ceduto la vittoria ai rivali degli Emirati, in passato aveva fatto faville contro avversari forti, come il team italiano, battuto nella Louis Vuitton Cup (la semifinale dell’America’s Cup) tenutasi a Barcellona alla fine dell’estate. “Abbiamo fatto la storia”, si è congratulato Jim Ratcliffe al termine dell’avventura, affermando che le imprese del veliero di Ineos “sono la dimostrazione del nuovo standard che questo team ha stabilito per la vela britannica”.
Monaco, l’ultima tappa delle avventure di questo “alchimista”?
È quindi dalla riva del Mediterraneo, più precisamente a Monaco, dove si è trasferito alla fine del 2010, che Jim Ratcliffe continua a gestire il suo impero e a pianificare le sue prossime avventure.
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Nel giro di pochi anni, l'”alchimista” è diventato una figura di spicco nella vita monegasca, apparendo volentieri al fianco della famiglia principesca: qua e là ai galà di beneficenza a Courchevel, co-presieduti dallo stesso Jim Ratcliffe e dal Principe Alberto II; o lo scorso luglio al 75° galà della Croce Rossa. Il tutto, sempre con un occhio rivolto all’Inghilterra della sua infanzia, la terra a cui giura di “aver cercato di restituire” ciò che gli è stato donato.