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Intervista

Respirare la vita: il potere trasformativo del breathwork

Rhonda Hudson
Rhonda Hudson, Life Balance Coach e presidente della Kate Powers Foundation / Foto tratta dalla pagina Instagram Body Flow Monaco

Il breathwork, ovvero il lavoro sulla respirazione, si fa strada come tecnica efficace per accedere a stati alterati di coscienza e liberare le emozioni represse, semplicemente attraverso il respiro.

Nell’ambito della serie dedicata alle terapie alternative, Monaco Tribune incontra professioniste e professionisti che stanno ridefinendo il nostro rapporto con il benessere. Dopo l’esplorazione degli oli essenziali con Peter Pinville e l’immersione nella comunicazione animale con Shaïna Lebeau, proseguiamo il nostro viaggio con questo terzo capitolo che ci offre una panoramica sul breathwork, pratica ancestrale proposta in chiave moderna.

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Non sappiamo come riposarci

La respirazione: il primo legame con la vita

“Nell’istante in cui veniamo al mondo, la prima cosa che facciamo è respirare. È la nostra prima azione in assoluto”, spiega Rhonda Hudson, Life Balance Coach e presidente della Kate Powers Foundation. Questo dato di fatto cela un notevole potenziale terapeutico che la maggior parte di noi ignora.

“Da un punto di vista fisiologico, il breathwork comincia ad aprire e dilatare il corpo, comunicando con le cellule in modo diverso. Permette di uscire dalla modalità di sopravvivenza”, prosegue Rhonda. Il funzionamento del nostro corpo si basa su due sistemi nervosi differenti: quello parasimpatico, associato al rilassamento, e quello simpatico, collegato all’istinto di sopravvivenza. “La maggior parte di noi rimane costantemente in modalità di sopravvivenza, perché non sappiamo come riposarci, come staccare la spina”.



Una chiave d’accesso al subconscio

Il breathwork risalta per la sua capacità di aggirare le barriere mentali. “Produciamo circa 70.000 pensieri al giorno, ma quanti riuscireste a ricordarne da stamattina? Cinque, dieci? Dove vanno a finire tutti gli altri?”, chiede Rhonda. Questi pensieri ed emozioni non elaborati si accumulano nel subconscio, influenzando la nostra vita in modo spesso inconsapevole.

“Il breathwork permette di accedere al subconscio, di rilasciare queste emozioni e di farle circolare attraverso il corpo, eliminando così il ristagno”, spiega. Questo ristagno può assumere varie forme, come rabbia repressa, tristezza persistente o lutto irrisolto.

L’equivalente di circa 32 ore di psicoterapia classica

Una seduta trasformativa

Una tipica seduta di breathwork dura circa due ore. “Cominciamo utilizzando tecniche di respirazione semplici, lasciando che la persona si rilassi e affronti eventuali ansie”, illustra Rhonda. L’instaurazione di un clima di fiducia è essenziale.

Durante la seduta, il corpo può manifestare reazioni fisiche intense. “Le braccia possono irrigidirsi parecchio, le mani iniziano a contrarsi. Il corpo può adottare una postura completamente diversa da quella iniziale”, precisa. Queste manifestazioni sono la prova del rilascio delle emozioni e delle tensioni accumulate.

“Una seduta di breathwork di 2-3 ore equivale a circa 32 ore di psicoterapia classica”, afferma Rhonda, sottolineando la notevole efficacia di questo approccio. Per notare la differenza, basta “una sola seduta. Anche solo 30 minuti possono già produrre un effetto considerevole”.



Un ampio ventaglio di applicazioni

I motivi per provare il breathwork sono tanto vari quanto le ragioni di chi lo pratica. “Accogliamo persone che stanno attraversando un divorzio, che hanno problemi con i figli o i genitori, o che si sentono intrappolate in vibrazioni legate alla mancanza”, spiega Rhonda.

A Monaco, la coach nota che le persone sono spesso più riservate sulle loro emozioni. “La gente qui dovrebbe lasciarsi andare un po’ di più, abbassare i muri e aprirsi”. Per questo molti preferiscono cominciare con sedute private, prima di partecipare a incontri collettivi.

Nonostante la maggior parte dei partecipanti siano donne (circa l’80%), Rhonda constata un crescente interesse da parte degli uomini, soprattutto imprenditori, che cercano strumenti per gestire lo stress e migliorare il proprio equilibrio tra lavoro e vita privata.

Una pratica accessibile ma guidata

Per chi desidera scoprire il breathwork in autonomia, Rhonda consiglia di iniziare in posizione seduta piuttosto che distesa e di praticare una semplice respirazione circolare. “Potete inspirare ed espirare dalla bocca, o inspirare dal naso ed espirare dalla bocca”, suggerisce, invitando a impostare una sveglia per limitare la durata dell’esperienza.

Tuttavia, Rhonda insiste sull’importanza di farsi seguire da professionisti qualificati per giovare di sedute più profonde, paragonando in tal senso il breathwork alla psicoterapia o all’utilizzo di sostanze psichedeliche – pratiche a cui non ci si approccia in autonomia.


Per saperne di più sul breathwork o scoprire le sedute proposte da Rhonda Hudson, fate un salto presso MC Dance a La Condamine o seguite la coach sui social alla pagina Body Flow Monaco.